MARINA VERDENELLI
Cronaca

Evaso dal Barcaglione. Il killer era senza la scorta: "Non sapevamo di altri reati"

Il detenuto albanese qui doveva scontare sette anni per rapina e spaccio. Ma i gravi crimini commessi nel suo Paese non erano noti alla giustizia italiana.

Il detenuto albanese qui doveva scontare sette anni per rapina e spaccio. Ma i gravi crimini commessi nel suo Paese non erano noti alla giustizia italiana.

Il detenuto albanese qui doveva scontare sette anni per rapina e spaccio. Ma i gravi crimini commessi nel suo Paese non erano noti alla giustizia italiana.

Per tre mesi non aveva dato nessun problema, ogni mattina si occupava delle pulizie degli uffici esterni al carcere, quelli al di fuori del muro di recinzione, senza scorta. In quei tre mesi ha studiato bene il suo piano di fuga andato a buon fine probabilmente anche per l’aiuto di qualche complice. C’è un mandato di arresto, anche internazionale, per Xhevdet Plaku, albanese, 45 anni il prossimo 7 aprile, evaso dal carcere di Barcaglione giovedì mattina. L’allarme è stato dato poco prima di mezzogiorno, durante la conta di metà giornata a cui sono sottoposti i detenuti, ma già alle 9 l’albanese aveva tagliato la corda passando per i campi e approfittando di una falla nel sistema di protezione del carcere che, oltre il muro di cinta non ha nessuna altra recinzione e tutto il plesso confina con aperta campagna, dove chiunque può passare indisturbato.

Il detenuto era recluso per scontare sette anni per rapina e spaccio di droga, gli mancavano due anni per uscire di prigione, almeno da quella anconetana, perché alle spalle dell’albanese ci sarebbero altri reati commessi anche nella sua patria, dove è stato accusato addirittura di omicidio e sarebbe stato condannato a 22 anni. Anche in Italia, nel 2000 avrebbe ucciso un connazionale.

Un fuggitivo nato, non è la prima volta che prova a far perdere le tracce di sé. Già più di dieci anni fa era stato preso da un mandato di cattura internazionale, dopo la decadenza di una misura cautelare (per mancanza di atti) che lo aveva riportato in libertà dopo un regolamento di conti a colpi di pistola nel Savonese, dove avrebbe ucciso un altro albanese per la gestione di un traffico di prostitute. Estradato dall’Albania dopo l’uscita dal carcere si era rifugiato in Olanda prima della cattura avvenuta ad aprile del 2013. Dal delitto italiano sarebbe stato assolto.

I pregressi albanesi non erano noti alla giustizia italiana. "Se si viene condannati in un paese estero – spiegano dal carcere di Barcaglione – e non vengono emesse custodie cautelari in ambito internazionale l’Italia non è a conoscenza".

Vista la buona condotta e la fine pena tra due anni, il 45enne evaso ha potuto usufruire dell’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, la possibilità di lavorare esternamente al carcere e senza scorta. Lui era stato messo a fare le pulizie. Un beneficio concesso dalla direttrice del carcere previo parere di una commissione fatta da educatori che aveva ritenuto idoneo il soggetto. Un provvedimento che è diventato esecutivo solo dopo il consenso del magistrato del tribunale di Sorveglianza. Non si ravviserebbero responsabilità per ora da parte di polizia e direzione ma per l’evasione la Procura ha aperto un fascicolo.

Le telecamere del carcere, non visionate in tempo reale, lo hanno ripreso attorno alle 9 mentre si allontanava, dopo aver buttato della spazzatura. Potrebbe essere arrivato ovunque. Il Sappe definisce la vicenda "grave e porta alla luce le priorità della sicurezza spesso trascurate".

ma. ver.