REDAZIONE ANCONA

Giano, summit chiave per i licenziamenti

Domani il faccia a faccia tra azienda e sindacati per salvare i 195 posti di lavoro. Sul tavolo c’è anche la sospensione dell’attività per un anno

Una delle assemblee con i lavoratori del Gruppo Fedrigoni di cui Giano fa parte

Una delle assemblee con i lavoratori del Gruppo Fedrigoni di cui Giano fa parte

Meno 14 giorni ai 195 licenziamenti Giano: domani l’incontro decisivo tra i vertici del gruppo Fedrigoni e i sindacati. Poi lunedì prossimo l’incontro al Mimit, probabilmente l’ultimo prima dello stop alla produzione di carta da ufficio a Rocchetta e Fabriano F3. Ogni trattativa per portare il gruppo a non chiudere Giano o moral suasion da parte di istituzioni locali e sovralocali sembra essere caduta nel vuoto. Nemmeno la speranza di acquisizione del settore produzione carta da ufficio da parte del Poligrafico dello Stato sembra essere al vaglio. Ad oggi l’unica possibilità in vista appare quella di allungare la vertenza con l’utilizzo della cassa integrazione per 12 mesi. Ipotesi questa che sarà discussa nel faccia a faccia di domani tra azienda e sindacati i quali stanno provando a salvare quanti più posti di lavoro possibili.

La proposta che la Regione ha fatto all’azienda è quella di congelare licenziamenti, chiudere comunque il 18 dicembre prossimo la società Giano, sospendere la produzione di carta da ufficio, mettendo però i 195 lavoratori in cassa integrazione a zero ore per un anno. A ufficializzare la novità nei giorni scorsi durante il tavolo sull’occupazione tenutosi a Fabriano con sindaco, parti sociali e lavoratori è stato l’assessore regionale Stefano Aguzzi: "Sul fronte Cartiere Fedrigoni – ha sottolineato Aguzzi - la Regione e il Ministero hanno richiesto misure di mitigazione rispetto alla chiusura del sito produttivo di Giano di Fabriano al tavolo tecnico che si è riunito nei giorni scorsi. L’azienda aveva annunciato 195 licenziamenti diretti entro il 2024 con circa 50 posti di lavoro persi nell’indotto, e aveva presentato poi un piano che ridurrebbe gli esuberi di 130 unità. La Regione ha proposto una sospensione dell’attività dello stabilimento, non la sua chiusura, con cassa integrazione per un anno, al fine di mantenere aperta una prospettiva di soluzione occupazionale". Se ne parlerà anche al ministero per il Made in Italy dove è stato aperto un tavolo tecnico.

L’indomani allo stesso Mimit si parlerà dell’altra vertenza che minaccia di mettere in ginocchio il territorio: quella di Beko che per il Fabrianese ha preannunciato oltre 360 esuberi, soprattutto tra impiegati e progettisti. Su questo fronte la richiesta che arriva da più parti, compresa quella del primo cittadino, al ministero è di "non arretrare nella difesa delle nostre aziende e dei posti di lavoro, anche mediante l’esercizio della Golden Power per impedire chiusure e licenziamenti". Anche a tutela dell’indotto che subirebbe un impatto notevole.

Sara Ferreri