GIOVANNI ANGELUCCI
Cronaca

"Incuria, degrado e caos: questa è via Marconi"

Le denuncia di un residente che con materiale fotografico mette in evidenza la situazione e chiama il Comune a intervenire

Le denuncia di un residente che con materiale fotografico mette in evidenza la situazione e chiama il Comune a intervenire

Le denuncia di un residente che con materiale fotografico mette in evidenza la situazione e chiama il Comune a intervenire

"Cartoline da Via Marconi Jesi - Incompetenza dell’ amministrazione comunalei (semaforo contestato). Data: Giovedì 15 maggio ore 10.44. Vi allego in ordine le cartoline di Via Marconi stampate appena due giorni fa che ormai è una quotidianità da parecchi mesi. Nella prima la nostra scuola elementare di via Mazzini (ritrovo di topi). Poi la ns zona 30, le nostre strisce zebrate e, infine, il nostro Corso con il carosello delle auto alle ore 19.30 con i festeggiamenti per la trovata dell’Amministrazione. Qualora la Giunta non avesse i soldi, o il tempo, o la voglia per realizzare perché interessata forse alle piste ciclabili sono disponibile a mie spese a realizzare i lavori". Firmato Giorgio Bevilacqua.

La lettera aperta, tra denuncia e provocazione inviata ieri ai giornali è di uno dei residenti di uno dei quartieri più antichi e popolosi della città nei pressi della stazione ferroviaria.

"Sono solo alcuni dei problemi che da mesi ci troviamo quotidianamente ad affrontare – spiega Bevilacqua che vive ed opera nel quartiere dal 1997 – problematiche che si sono accentuato dopo la messa in funzione del semaforo, che tra l’altro non tutti rispettano, che ha moltiplicato intasamento acustico e ambientale rendendo l’aria irrespirabile sopratutto nelle ore di punta senza contare i rischi per i pedoni considerata l’alta velocità dei mezzi in circolazione e la mancanza di dossi e barriere in una strada molto frequentata e particolarmente stretta".

"Finora nessuno si è preoccupato di ascoltare le nostre proteste, sarà perché siamo sempre stati considerati cittadini di periferia – conclude Bevilacqua – una cosa è certa, così non si può andare avanti, se nessuno ci ascolta troveremo il modo di farci sentire". Certe foto, intanto, parlano da sole.

g. a.