Ancona, 23 ottobre 2023 – Con la promessa di investire il loro denaro, che in realtà era una truffa, si sarebbero arricchiti accumulando un patrimonio immobiliare di oltre 15 milioni di euro. Beffati molti risparmiatori.
![La guardia di finanza di Ancona durante le indagini](https://www.ilrestodelcarlino.it/image-service/version/c:MjZhODFlMDgtNmZjNy00:ZGYyY2M3/la-guardia-di-finanza-di-ancona-durante-le-indagini.webp?f=3%3A2&q=1&w=1560)
Dopo le misure cautelari scattate a febbraio scorso con l’operazione “Ghost broker” della guardia di finanza di Ancona è arrivato il sequestro dei beni per un italiano, amministratore di una società di diritto inglese sprovvista delle autorizzazioni dell’Autorità di Vigilanza e attiva nella raccolta del risparmio per ingenti importi da ignari investitori.
Il valore fatto mettere sotto chiave dal gip della procura romana ammonta a 15 milioni e mezzo di euro. In beni immobili sarebbero state dirottate le cifre pagate da ignari cittadini e ora sequestrati per lo più nel Lazio tanto che le procure coinvolte nelle indagini ora sono due Ancona e Roma.
In particolare, nell’ambito dell’operazione “Ghost broker”, a contrasto dell’abusivismo finanziario e che ha già consentito di accertare l’illecita raccolta del risparmio con l’esecuzione a febbraio scorso di 4 misure cautelari e al sequestro di due società, la finanza di Ancona ha svolto ulteriori approfondimenti, incrociando dati bancari e patrimoniali.
Eì così stato possibile contestare il reato di truffa al principale indagato, responsabile di aver raggirato diverse decine di investitori, ed è stato anche accertato che gli illeciti profitti delle operazioni truffaldine erano stati dapprima trasferiti sul conto corrente di una società immobiliare riconducibile all’indagato, e poi da questa utilizzati per l’acquisto di un considerevole patrimonio immobiliare. Un giro di denaro che – secondo le indagini – serviva proprio per nascondere la provenienza illecita dei beni.
Il gip del Tribunale di Ancona, e successivamente il gip del Tribunale di Roma, nel condividere le nuove ipotesi di reato contestate (truffa e autoriciclaggio) nonché le ricostruzioni patrimoniali effettuate dalle Fiamme Gialle doriche, hanno emesso nei confronti dell’indagato un ulteriore provvedimento di sequestro preventivo su 35 beni immobili tra la provincia di Roma e quella di Agrigento, tra cui diversi fabbricati residenziali e case vacanza, un hotel, nonché auto e veicoli commerciali, per un valore complessivo stimato in oltre 12 milioni di euro.