Truffa ad Ancona, ‘ghost broker’ beccati: promettevano guadagni e incassavano i risparmi

Una persona agli arresti domiciliari, 3 sotto obbligo di dimora e 2 società sequestrate: la rete dei promotori fantasmi che con lo ‘schema Ponzi’ hanno guadagnato abusivamente oltre 15 milioni di euro

Truffa e schema Ponzi

Truffa e schema Ponzi

Ancona, 22 febbraio 2023 – Guadagni facili e in breve tempo: è questo l’inganno del noto Schema Ponzi alla base della fiorente attività di raccolta abusiva del risparmio che ha truffato tantissime persone, per un totale di oltre 15 milioni di euro negli ultimi 5 anni

La maxi-operazione della guardia di finanza di Ancona, chiamata ‘Ghost Broker’, ha portato alla luce la losca organizzazione di falsi promotori finanziari che hanno sottoscritto, ai danni delle vittime che volevano investire sui risparmi, circa 500 contratti.

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La truffa sui risparmi di Ancona

Quella di Ancona sventata dalla gdf dorica è una attività di raccolta abusiva di risparmi attraverso l’illecita compravendita di azioni da una società londinese, dietro la promessa di profitti immediati e superiori al 10% annuo.

Con lo schema Ponzi i falsi promotori finanziari sono riusciti a siglare circa 500 contratti negli ultimi 5 anni, avviando un giro di affari di oltre 15 milioni di euro. 

Gli investitori, vittime ignare della truffa, costretti a reclutare altrettanti investitori per poter guadagnare, venivano ripagati grazie l’investimento versato dalle loro stesse reclute. Così, rassicurati dai primi rendimenti rapidi, l’intera truffa andava avanti. 

Tuttavia, sempre più numerose e rilevanti movimentazioni bancarie hanno insospettito i finanzieri, che hanno scoperto una rete poco trasparente e operativa tra Marche e Lazio, con apparente sede a Londra

Le indagini

Ponendo sotto la lente i circa 500 contratti di sottoscrizione di prodotti finanziari, necessari per procacciare i clienti, la finanza è risalita a questa società finanziaria fantasma, con apparente sede principale a Londra e quella secondaria a Roma, e che grazie alle varie unità tra Marche e Lazio ha costruito una fitta rete di uffici e promotori su tutto il territorio nazionale

Ciò che ha insospettito i finanzieri sono stati gli elevati interessi promessi, assolutamente incompatibili con l'assenza di un effettivo piano di investimento e, non da ultimo, di una reale e attiva struttura amministrativa nella capitale inglese; risultata, all'esito delle indagini svolte anche in ambito europeo, un mero recapito di corrispondenza.

La complessa attività di analisi delle numerose operazioni finanziarie celate da contratti fraudolenti ha permesso agli investigatori della gdf di far luce sulla natura abusiva della raccolta di fondi nonché di ricostruire l'intera struttura della rete di promotori finanziari che ha consentito la truffa. L'operazione è stata denominata "Ghost Broker”.

Fermati i ‘Ghost Broker’

La guardia di finanza di Ancona, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione oggi a un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Ancona che ha disposto l'applicazione di quattro misure cautelari personali.

Ecco il bilancio: una persona agli arresti domiciliari, altre 3 sottoposte ad obbligo di dimora ed il sequestro di due società del valore stimato in oltre 18 milioni di euro fra quote, beni e risorse finanziarie. In tutto denunciati 14 promotori finanziari.

La replica dell’avvocato

Su questa operazione della Finanza, ci arriva la precisazione dell’avvocato Benedetto Maria Scippa: “Dai alla mano, rilevabili dalla misura cautelare – agli arresti domiciliari e non – eseguita nei confronti di quattro indagati rilevo che la contestazione a carico di essi riguarda unicamente una presunta violazione del Testo Unico Bancario e non anche alcun reato di truffa, appropriazione indebita o similari. Alcuni investimento “trappola”, dunque, o altro “disguido” a carico delle soltanto presunte parti offese che – a una lettura degli atti – appaiono inesistenti.