
Sala gremita ieri a Montecarotto all’incontro organizzato. da Carlo Ciccioli
Una raccolta firme per costituire un comitato che velocizzi i tempi del ricorso contro la liquidazione giudiziale avviata dal tribunale di Ancona, perché "uve e vino non possono aspettare la primavera". Si è conclusa così ieri pomeriggio l’assemblea sulla difficile situazione della cooperativa Moncaro, organizzata al teatro comunale di Montecarotto dall’europarlamentare Carlo Ciccioli. E’ atteso per febbraio l’esito del ricorso e la paura dell’europarlamentare che non ha lesinato attacchi ai commissari liquidatori è che nel frattempo Moncaro possa perdere terreno, anche se il tribunale di Ancona ha dato il via libera alla continuità aziendale e proprio in questi ultimi giorni autorizzato il pagamento di soci e dipendenti. "Non abbiamo alcuna intenzione di assistere a vendite a spezzatino grazie a improvvidi provvedimenti giudiziari, avallati da persone che hanno come priorità le parcelle e gli affari, e non il benessere della cooperativa – ha detto Ciccioli - e, di conseguenza, del territorio della Vallesina e regionale nel suo complesso. La strada perché ciò avvenga esiste e riporta all’interessamento attivo e concreto da parte del ministero delle Imprese e del made in Italy che è garanzia di terzietà e di interessi non di parte" Presenti alcuni sindaci della Vallesina, in prima fila Tiziano Consoli di Maiolati Spontini. Ma anche il sindaco di Montecarotto Giuseppe Paoloni. Così come tanti soci ed ex soci della cooperativa. "Ringrazio la dipendente Simona Giancamilli – sottolinea Ciccioli - che ha avuto il coraggio di parlare apertamente dei gravi errori di gestione compiuti dai vertici della cooperativa. Durante tutto l’incontro si è alzata anche la richiesta che l’udienza in Corte d’Appello di Ancona per i reclami presentati dal commissario Cocconi e dallo stesso Mimit per gestire la liquidazione coatta amministrativa, venga anticipata attraverso la procedura d’urgenza. Per permettere, anche al Mimit il salvataggio della cooperativa attraverso l’intervento finanziario dell’istituto Ismea del Ministero dell’agricoltura. La Corte d’appello deve riparare alla sciagurata decisione del Tribunale fallimentare in tempi brevissimi, altrimenti si perde completamente la prossima vendemmia, oltre all’ultima già in parte compromessa. Ogni giorno è prezioso ed importante, si rischia un danno incommensurabile, tanto più se la fiducia nei confronti dei commissari liquidatori è venuta meno".