
La dottoressa Cecilia Carlorosi insieme al sindaco e al direttore per l’agenzia del Demanio
Scadenza degli incarichi, resta incerto il futuro della Soprintendente archeologica e delle belle arti di Ancona e Pesaro-Urbino, Cecilia Carlorosi. Il suo ruolo nell’ufficio di Palazzo del Senato è ufficialmente scaduto il 30 giugno scorso e adesso servirà del tempo per capire se la dottoressa Carlorosi proseguirà il suo lavoro svolto ad Ancona o se per lei si apriranno altri scenari. Arrivata meno di quattro anni fa come nuova inquilina della sede di Piazza del Senato, in sostituzione della dottoressa Marta Mazza (il cui incarico ad Ancona è stato brevissimo, meno di due anni e mezzo), la Carlorosi resta nel limbo provocato dalle scelte e dalle decisioni ministeriali in ambito culturale.
In questo momento, di fatto, la dottoressa Carlorosi non fa più parte della Soprintendenza anconetana, anche se nei prossimi giorni, al massimo nelle prossime settimane, potrebbe essere di nuovo nominata con lo stesso compito. Di fatto lei non può firmare atti e partecipare a iniziative legate al territorio, lo ha potuto fare, in effetti, fino al 30 giugno scorso. La sua presenza, a esempio, era attesa l’altro ieri alla presentazione dei lavori del nuovo Palazzo del Rettorato, dove la soprintendenza ha giocato e giocherà un ruolo fondamentale per la ricostruzione conservativa dello splendido e delicato immobile lesionato dai sismi del 2016 e del 2022. Una presenza fisica che non c’è stata appunto per la decadenza, forse temporanea, del suo incarico ad Ancona e Pesaro.
Tra gli ultimi atti da lei firmati nel pieno delle sue competenze è stato l’accordo per la gestione da parte del Comune del parcheggio Birarelli, lo spazio tra l’omonima via e appunto la sede della soprintendenza, interessato ormai quasi due anni fa da lavori di manutenzione e da allora rimasto vuoto. L’amministrazione comunale lo userà come area di sosta per residenti. Senza quell’accordo, con tanto di firma, la cessione non si sarebbe concretizzata nel breve periodo.
Gli ultimi mesi del suo incarico, tuttavia, non sono stati facili. Alla fine dello scorso anno ci sono state delle proteste da parte dei sindacati di categoria in merito ad alcune vicende legate al personale in servizio e in uso proprio nella sede anconetana della soprintendenza.