Lo spettro delle armi nucleari I trattati dell’Onu non bastano

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Le armi nucleari rappresentano la più grande minaccia al futuro del pianeta. Nessun’altra arma è in grado di distruggere una città o nazioni intere in pochi minuti. Finché esisteranno le armi nucleari, nessuno sarà davvero al sicuro. Il rischio della loro diffusione e del loro uso aumenta in un mondo sempre più provato dai cambiamenti climatici e dall’esaurimento delle risorse. Le armi nucleari funzionano tramite la fissione o la fusione nucleare.

Sfruttando il legame fra massa ed energia gli scienziati sono riusciti a innescare una reazione a catena dalle conseguenze devastanti. Non provocano danni solo nell’immediato, ma possono avere anche effetti a lungo termine, come la degenerazione dei tessuti, la facilitazione dei tumori e dei danni genetici che si ripercuoteranno sulle future generazioni.

Le armi nucleari rappresentano uno dei più terribili strumenti di guerra posseduti dall’uomo. Il loro sviluppo iniziò durante la Seconda guerra mondiale e sono state impiegate in guerra solo quando gli Usa ne lanciarono due su Hiroshima e Nagasaki, distruggendole e uccidendo migliaia di civili. Da allora la tecnologia nucleare è diventata più evoluta e la varietà di ordigni permette di eseguire attacchi sia su larga scala che mirati, con una gittata maggiore e una forza distruttiva superiore. La tecnologia delle armi atomiche attuali rende possibile spazzare via intere metropoli anche a grandi distanze.

Negli arsenali militari di diversi paesi sono conservate bombe e missili capaci di distruggere ogni forma di vita, utilizzando l’incredibile energia dell’atomo. Gli sforzi internazionali per bandire le armi nucleari proseguono da decenni. La prima Risoluzione Onu (1946) già mirava alla ‘eliminazione dagli armamenti nazionali delle armi atomiche e di tutte le altre armi principali adattabili alla distruzione di massa’. Non si è mai arrivati però a un’eliminazione vera e propria del pericolo. Il trattato Onu del 22 gennaio 2021 ha messo al bando l’uso o la minaccia di uso, lo sviluppo, la sperimentazione e lo stoccaggio di armi nucleari. Il documento è stato firmato finora da 86 Paesi, ma non dall’Italia, né dai paesi che le hanno.

Arianna Camilletti,

Martina Emili,

Amanda Mancini,

Emiliano Sergi

e Verzanini Elisa IIID