Maxi frode fiscale per quasi 2 miliardi, la Finanza scopre 140 società fantasma: eseguiti sequestri per 350 milioni

Ammonta a un miliardo e 700 milioni l’importo delle fatture false scoperte dai Finanzieri del Comando Provinciale di Ancona di cui hanno illecitamente usufruito migliaia di imprese per non versare le imposte. Le Fiamme Gialle hanno eseguito più di 30 perquisizioni in diverse province, nei confronti di 85 indagati

Ancona, 25 gennaio 2024 - Maxi-frode fiscale per quasi 2 miliardi, la Guardia di Finanza scopre 140 società fantasma: eseguiti sequestri per 350 milioni. Cento Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, in continuità con un’analoga operazione condotta in questo capoluogo di Provincia, dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Senigallia, hanno eseguito più di 30 perquisizioni nelle Province di Milano, Varese, Brescia, Monza, Padova e Ragusa, nei confronti di 85 indagati per un ingente frode fiscale. Ammonta a un miliardo e 700 milioni l’importo delle fatture false scoperte dai Finanzieri del Comando Provinciale di Ancona di cui hanno illecitamente usufruito migliaia di imprese per non versare le imposte all’Erario e per trasferire all’estero gli illeciti profitti.

Operazione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ancona
Operazione delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ancona

In occasione di un primo segmento investigativo, partendo da alcuni laboratori di confezione gestiti da cinesi nella Provincia di Ancona, era stata scoperta una rete di società cartiere responsabili dell’emissione di fatture false per circa 150 milioni di euro, con un’evasione di circa 33 milioni di euro di Iva e di altrettanta consistenza il risparmio delle imposte dirette sottratte al Fisco. 

Le Fiamme  hanno poi portato alla luce una rete di ulteriori 140 imprese tutte esistenti solo sulla carta, totalmente destrutturate per risorse umane e materiali, addirittura domiciliate in luoghi improbabili se non ad indirizzi inesistenti. Le imprese fantasma erano per la maggior parte localizzate in Lombardia.  Nel giro di due anni (2022 e 2023) avrebbero emesso fatture false per 1,7 miliardi di euro.

 L’attività investigativa è stata denominata “Fast & Clean”, per la velocità con cui le operazioni illecite venivano portate a termine, garantendo la ripulitura del denaro mediante la simulazione di operazioni commerciali mai avvenute.

In attuazione dei provvedimenti cautelari emessi dal gip di Ancona la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente dell'importo di 350 milioni di euro, che ha riguardato conti correnti bancari, autovetture di pregio, denaro contante, beni di pregio ed unità immobiliari. I finanzieri hanno, inoltre, avuto esecuzione 34 decreti di sequestro preventivo d'urgenza emessi dalla procura della Repubblica di Ancona nei confronti di altrettante imprese, ritenute responsabili dell'evasione per almeno 22 milioni di euro di Iva. Sono stati eseguiti più di 30 provvedimenti di perquisizione, analizzati sequestrati e bloccata l'operatività 1.569 conti bancari.

Sono state sottoposte a sequestro preventivo 140 imprese, di cui è stata disposta la cancellazione per scongiurare la prosecuzione della loro attività, ed interdetta ogni attività presso il sistema bancario italiano. 

Maxi frode fiscale da due miliardi scoperta dalla Guardia di Finanza di Ancona
Maxi frode fiscale da due miliardi scoperta dalla Guardia di Finanza di Ancona

Il sistema utilizzato per evadere le imposte

I finanzieri hanno scoperto la presenza di centri di elaborazione dati che garantivano a numerosi imprenditori italiani e cinesi, di evadere le imposte, riciclare il denaro con il trasferimento all'estero e ottenere subito, ed in maniera occulta, la retrocessione del profitto dell'attività illecita. La società cartiera emetteva la fattura falsa e indicava al destinatario gli estremi del conto corrente italiano su cui eseguire il bonifico per il pagamento.

Giunto l'accredito, il gestore della cartiera disponeva un bonifico estero di pari importo su di un conto corrente di una banca cinese - direttamente o tramite triangolazione su conti correnti ubicati in altri paesi Ue - giustificando l'operazione a titolo di pagamento di corrispettivo per operazioni di importazione di prodotti in realtà mai avvenute. Gran parte dell'importo bonificato dall'utilizzatore della fattura falsa e trasferito in Cina, veniva restituito all'imprenditore in contanti consegnati da corrieri.

L’attività investigativa

L’attività investigativa, come detto, è stata denominata “Fast & Clean”, per la velocità con cui le operazioni illecite venivano portate a termine. Le modalità adottate assicuravano agli imprenditori coinvolti, italiani e cinesi, l’immediata disponibilità del profitto della frode fiscale. La fenomenologia illecita accertata rientrerebbe nella fattispecie della cosiddetto “underground bank”, ovvero il sistema di una banca occulta, al servizio dell’economia illegale, che grazie ad una struttura organizzata e complessa è in grado di trasferire e riciclare somme miliardarie e di utilizzare provviste di denaro contante, non tracciato, per la restituzione, all’impresa destinataria delle fatture false, di parte degli importi dalla stessa bonificati.