
di Pierfrancesco Curzi
"Palì esempio di anconetanità, Torrette ti rende onore". Uno striscione srotolato all’uscita della chiesa del quartiere ha salutato la bara di Giampaolo Giampaoli, il Re dei panettoni morto l’altro ieri a 80 anni stroncato da una malattia. Giampaoli e Torrette un binomio reso inscindibile dalla storia, nonostante la sede dell’azienda e la residenza fossero cambiate nel corso del tempo. La Giampaoli dolciaria era nata all’inizio del ‘900 a Torrette dove la famiglia ha sempre vissuto prima di trasferire l’area industriale nel capannone moderno alla Baraccola e la casa in viale della Vittoria. Palì e la sua famiglia non hanno dimenticato Torrette e allo stesso modo Torrette non ha dimenticato lui: "Per me come per lui Torrette è stata la via vita, il nostro primo amore. Ci siamo conosciuti quando la parrocchia qui stava appena per nascere, quando Torrette non era praticamente un quartiere di Ancona, ma un piccolo borgo tra campagna e mare dove tutta la gente si conosceva. Erano altri tempi _ ha ricordato nella sua omelia don Bruno Burattini, parroco di Torrette dal 1972 al 1977 _. All’epoca siamo diventati subito amici, ricordo che avevo conosciuto la sua splendida famiglia al completo, ricordo il giorno del matrimonio con Teresa, tra scherzi, facezie e aspetti curiosi. Il nostro era un rapporto tra compaesani. Me lo ricordo col pensiero fisso di poter dare un futuro all’azienda che comunque già all’epoca era conosciuta, aveva tante idee e speranze che poi si sono concretizzate". Un’omelia non preparata quella di don Bruno, ma venuta dal cuore e dai ricordi di una vita e di un grande personaggio come Giampaolo Giampaoli: "Scusate se mi è venuto fuori così questo ricordo di Giampaolo, ma io sono solo un povero prete di campagna e se penso a quei tempi, a Torrette e a lui mi emoziono, in fondo il mio cuore è sempre rimasto qui, come era anche per lui. Di Paolo _ ha proseguito nel suo racconto don Bruno _ ho il ricordo di un amico vero, di una persona che ho stimato, corretta, leale e coerente, con una sua precisa visione della vita. Nonostante le differenze di pensiero tra noi lui è sempre stato rispettoso nei confronti del mio essere prete, la nostra fiducia era reciproca, tant’è che poi spesso ci si incontrava per lunghe chiacchierate". Infine una parola a Gabriele, il, figlio dell’imprenditore: "Adesso Gabriele prendi tu le redini ereditate da tuo padre e porta avanti la tua ambizione nel rispetto e nella missione di dare lavoro e gioia a tante famiglie, specie in un momento difficile come questo". Un lungo applauso ha accolto il feretro di Giampaoli all’ingresso in chiesa e poi quando è stato portato via verso il cimitero per la sepoltura. Nonostante le restrizioni a causa delle norme anti-Covid, ieri in chiesa erano in tanti. Amici, dipendenti, torretani si sono stretti attorno alla sua famiglia. Non hanno voluto mancare il sindaco Valeria Mancinelli, l’ex sindaco Fabio Sturani, gli avvocati Boscarato e Brunetti e poi le persone dello sport, la presidentessa dell’Ancona-Matelica, Roberta Nocelli, Eros Giardini del gruppo Cuba, i tifosi, Giancarlo Trapanese, Andrea Carloni e tanti altri.