Reddito di cittadinanza con scommesse: "Ma aiutavo solo gli altri a vincere"

E’ finito a processo dopo le indagini della Finanza: "I soldi che incassavo li giravo a chi mi chiedeva aiuto"

Reddito di cittadinanza con scommesse: "Ma aiutavo solo gli altri a vincere"

Reddito di cittadinanza con scommesse: "Ma aiutavo solo gli altri a vincere"

Scoperto dalla guardia di finanza a fare e incassare scommesse online mentre prendeva il reddito di cittadinanza. Un’attività che gli avrebbe fruttato più di 100mila euro in vincite e quindi non proprio con i requisiti in regola per chi beneficia del sussidio di Stato. Finito a processo per indebita percezione del reddito di cittadinanza (la violazione del decreto legge 28 gennaio del 2019) l’imputato ieri, un 51enne romano residente ad Ancona, è stato sentito in aula e ha spiegato che lui in fin dei conti è solo un matematico e un benefattore che non incassava nulla. "Vincite è un termine improprio – ha chiarito davanti alla giudice Tiziana Fancello – io facevo solo dei corsi antiludopatia spiegando alle persone come muoversi per non incappare nella mentalità dello scommettitore e non essere sempre un perdente". Attraverso un canale social avrebbe insegnato le tecniche sulle quali, da esperto in matematica e calcoli, ha scritto anche un manuale che ieri ha portato in tribunale e in cui spiegava ai giocatori come poter vincere sulle scommesse che facevano, prevalentemente di calcio. Durante delle dirette lui avrebbe scommesso per loro, facendosi dare del denaro nella sua carta prepagata con cui scommetteva e vinceva. "Perché i diretti interessati non erano capaci di farlo – ha spiegato l’imputato – io invece sì ma il denaro vinto poi lo giravo a loro non rimaneva a me. Sono tutti soldi che ridavo, non vinti".

L’imputato ha portato gli estratti conto bancari in cui ci sarebbe solo il passaggio di denaro sul suo conto che poi migrava in quello dei vincitori reali. Tutto questo lo avrebbe fatto gratuitamente perché aveva lavorato in passato in un centro scommesse e sapeva bene come effettuare le puntate che potevano garantire un minimo di vincita. "Il mio metodo – ha aggiunto – all’estero è molto diffuso. Nell’ultima sessione online che ho tenuto c’erano 27 utenti. Non ho mai vinto le cifre che mi contestano". Gli scommettitori mandavano nella sua prepagata ricariche da 100-200 euro che lui poi puntava scommettendo per loro. Come reddito di cittadinanza avrebbe preso dallo Stato, da aprile 2019 a novembre del 2020, il periodo del controllo della guardia di finanza, quasi 14mila euro. L’imputato, difeso dagli avvocati Elena Martini e Cristina Bolognini, è incappato in uno dei controlli indetti dai militari proprio al fine di scovare chi non aveva i requisiti di percepire l’aiuto economico di Stato. Stando alle accuse avrebbe presentato all’Inps una domanda, in data 6 marzo del 2019, per richiedere il reddito di cittadinanza, professandosi disoccupato e con un reddito bassissimo. Ad aprile dello stesso anno ha iniziato ad incassare la somma prevista. Successivamente però avrebbe avuto diverse vincite di gioco, uno scommettitore assiduo tramite sistemi online: puntava denaro sugli esiti di partite sportive, soprattutto di calcio. Il tutto senza comunicare la variazione di reddito all’Inps. Prossima udienza il 29 aprile.