Tamberi portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi: “Ancona, è anche per te, mi hai sempre aiutato”

Una chiacchierata dall’aeroporto di Istanbul prima di imbarcarsi per Antalya. "Nei momenti più difficili la mia città mi ha sempre sostenuto: non lo dimentico"

Ancona, 23 aprile 2024 – Vola da un aeroporto all’altro, Gianmarco Tamberi, dall’Italia a Istanbul e poi un secondo aereo per raggiungere Antalya, sulla costa sud della Turchia, e intanto vola alto, oltre l’asticella, anche con il pensiero e le emozioni, dopo essere stato insignito del ruolo di portabandiera alla cerimonia di apertura delle prossime Olimpiadi. "Sto provando sensazioni indescrivibili, ci speravo ma non ne ero certo, ero convinto che la scelta sarebbe ricaduta su Paltrinieri. Mi vengono i brividi. Era difficile immaginare di essere il portabandiera, potevo solo sognarlo, sono ancora incredulo e spero di non deludere nessuno".

Gianmarco Tamberi portabandiera alle Olimpiadi di Parigi
Gianmarco Tamberi portabandiera alle Olimpiadi di Parigi

Come se la immagina, quella cerimonia, lungo la Senna?

"Spero di essere il più italiano possibile. Sarà uno di quei giorni indimenticabili che sto vivendo negli ultimi tempi, una di quelle cose che resteranno impresse per sempre nella mia mente. Non vedo l’ora di portare quella bandiera, ma non vedo l’ora anche di far valere il motivo per cui sono scelto, scendendo in pedana. Grazie a tutti per avermi dato fiducia".

La cerimonia e poi? Pensa che resterà a Parigi in attesa della sua gara?

"Non ho ancora fatto in tempo a capire con il mio team. Magari mi sposterò i giorni successivi, per non entrare subito nel clima olimpico".

Cos’ha detto al suo amico Paltrinieri?

"Ho sempre visto Greg come un atleta immenso e pensavo scegliessero lui. Non dico che non sia giusta la scelta, ma ho sempre visto lui come qualcuno a cui ispirarsi e da cui prendere forza, ma lui con me ha sempre fatto lo stesso. Gli ho parlato, ha detto che gli fa piacere per me. Ovvio che un po’ di dispiacere ce l’ha, ma questo non significa risentimento o disaccordo con la scelta".

Che Italia vede arrivare alle prossime Olimpiadi?

"E’ un gruppo molto cresciuto negli anni, e mi sento un po’ come il capitano di quest’atletica leggera la più forte di tutti i tempi. Il lavoro di Malagò in questi anni non passa certo inosservato: l’atletica, il nuoto, indubbiamente anche Sinner: penso che potrebbe diventare un’Olimpiade memorabile".

Dopo tanti anni riceve il testimone da Pietro Mennea.

"Indubbiamente un grande onore, per tanti anni abbiamo fatto fatica a trovare chi potesse farlo".

Con quali aspettative sarà ora ad Antalya per un paio di settimane?

"Sono ancora in un periodo di grande carico di lavoro. La prima aspettativa è quella di stare bene, è la prima cosa a cui puntiamo, con il mio staff, lavoriamo su questo oltre che alla performance. Passerò dalla rincorsa a 7 a quella a 9 passi, ma la mia è a 11, dunque c’è ancora da lavorare. So di mettere un po’ a rischio gli Europei a Roma ma voglio fare l’all-in per le Olimpiadi. L’obiettivo, naturalmente, è anche quello di non farsi prendere a schiaffi a Roma ma priorità a Parigi".

Testimonial anconetano e marchigiano alle Olimpiadi.

"Il testimonial delle Marche è Roberto Mancini. Da anconetano sono fiero, finora le portabandiera erano giunte da Jesi. Un orgoglio enorme, sono molto contento anche per Ancona, la città non ha mai mancato di sostenermi nei momenti più difficili".