MARINA VERDENELLI
Cronaca

Vittima del marito violento ad Ancona: “Salva grazie a mia figlia: si è nascosta e ha chiamato il 112”

In aula la testimonianza choc di una 44enne marocchina che ha denunciato il coniuge. "Una volta sono stata soccorsa perchè ho suonato il clacson dell’auto: mi stava strangolando"

Vittima del marito violento: salvata dalla figlia

Vittima del marito violento: salvata dalla figlia

Ancona, 31 maggio 2024 – Una volta si era salvata suonando il clacson dell’auto ripetutamente, mentre il compagno le stringeva una mano al collo. Un’altra volta è stata la figlia di sei anni a chiamare il 112, chiusa in un armadio in cameretta mentre il padre aveva scaraventato la mamma contro una vetrinetta della casa e preso un pezzo di vetro per ferirla.

Poco dopo erano arrivati i carabinieri. Così una donna di 44 anni, marocchina, è riuscita ad allontanarsi dal compagno violento, più grande di lei di 20 anni, dopo quattro mesi di angherie subite dall’uomo e anche dalla suocera che non avrebbe mai appoggiato la loro relazione. La coppia viveva insieme ad Arcevia, a casa di lui con i rispettivi figli avuti da precedenti relazioni e una bimba di soli due mesi nata dalla loro unione. Dopo la nascita della piccola i comportamenti dell’uomo, un italiano di 64 anni, sarebbero cambiati nei confronti della compagna arrivando anche a picchiarla.

L’episodio clou che ha portato alla denuncia poi finita in un processo per maltrattamenti in famiglia che si sta tenendo in tribunale, davanti al collegio penale presieduto dalla giudice Francesca Grassi, risale al 27 ottobre del 2020. L’imputato quella mattina era andato dal suo avvocato per una vicenda estranea al processo e dopo aver parlato con il legale la compagna si era voluta trattenere per chiedere dei consigli. Lui l’aveva attesa in auto.

Tornata alla vettura la 44enne, con la figlia di due mesi in braccio e l’altra più piccola, di sei anni, nel sedile di dietro, è stata presa dal 64enne per il collo. Riuscendo a suonare il clacson ha attirato l’attenzione dei passanti e l’uomo aveva dovuto lasciare la presa e sono tornati a casa. Prima di entrare la mamma aveva detto alla figlia di sei anni "se succede di nuovo chiama il 112".

In serata la coppia aveva ripreso a litigare e ci si era messa di mezzo anche la suocera e la figlia del compagno che l’avrebbero riempita di insulti. "Mi dicevano che dovevo andarmene di casa - ha raccontato la vittima ieri, sentita in aula - perché quella non era casa mia". Il compagno l’avrebbe poi spinta contro una vetrina prendendola a calci mentre aveva la bimba di due mesi in braccio. Il mobile era andato in frantumi e lui con un vetro l’avrebbe ferita. E’ stato allora che la figlia di sei anni ha chiamato il 112. Ai carabinieri, arrivati subito, la donna ha raccontato i pregressi così è partita la denuncia per maltrattamenti in famiglia. Il capo di imputazione ieri è stato allargato dal pm Andrea Laurino, anche alle lesione personali aggravate. "Mi sentivo ospite in casa loro - ha detto la vittima in tribunale - e dovevo ammazzarmi di lavoro se volevo mangiare". Dopo la denuncia ha lasciato l’abitazione con i suoi tre figli.