Benzina, i prezzi galoppano ancora. Torna l’incubo della verde a 2 euro. Chi ci guadagna

Federconsumatori: "Sovrapprezzo di 23 centesimi al litro al netto del costo del petrolio"

Prezzi della benzina in crescita

Prezzi della benzina in crescita

Milano, 1 giugno 2022 - Dopo il via libera all’embargo sul petrolio russo, i prezzi dei carburanti alla pompa sono di nuovo in forte salita, in scia ai rincari che si sono registrati sui mercati all’ingrosso. Il taglio delle accise, in vigore fino all’inizio di luglio al netto di probabili proroghe da parte del governo, non basta per calmierare i rincari. La verde in modalità self ieri è salita di nuovo oltre 1,91 euro, il diesel a 1,83. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, mercoledì mattina Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati della benzina e del gasolio. Stesso rialzo per IP e Q8. Per Tamoil +4 centesimi al litro sulla verde e +3 sul diesel.

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Rincari

Da quando è iniziata l’invasione russa all’Ucraina, calcola l’Unione consumatori, un litro di benzina costa oltre 3 cent in più, il gasolio 9 cent. Rispetto ad un anno fa, stima il Codacons, per un litro di verde si spende il 20% in più, il 26% per il diesel. L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato, tenendo conto delle variazioni del costo del petrolio, del livello di cambio e del taglio delle accise, che sui carburanti vi è un sovrapprezzo di circa 23 centesimi. Questo si traduce, per una famiglia che effettua 2 pieni al mese di 50 litri, in un aggravio di 264 euro annui. "Rincari elevatissimi e ingiustificati, che fanno lievitare a dismisura i prezzi dei beni di largo consumo", sostiene Federconsumatori.

Taglio delle accise

C’è poi da considerare che l’attuale taglio delle accise finisce l’8 luglio e con l’estate alle porte si rende necessario un nuovo intervento. L’ha confermato la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra: un nuovo intervento è "molto probabile", anche perché con l’aumento dei prezzi aumenta anche il gettito dell’Iva e il governo non intende metterlo nelle casse dello Stato, ma usarlo "per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo". Finora il governo ha già varato due decreti ministeriali e due decreti legge, per complessivi 3,36 miliardi. Il meccanismo è quindi già impostato ed è probabile che venga prolungato oltre l’8 luglio con le stesse modalità, stanziando circa un miliardo al mese. L’auspicio di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, sarebbe invece che la riduzione delle accise venga innalzata "di almeno altri 10 cent, superando i vincoli eu ropei che scatterebbero per il gasolio".

Dove vanno i soldi

Il prezzo della benzina in Italia si compone di quattro fattori principali: accise, Iva, materia prima e margine lordo (cioè i ricavi lordi della filiera distributiva). Stando agli ultimi dati del Mise, la benzina oggi costa mediamente 1,885 euro per litro. Le accise pesano per 48 centesimi e l’Iva per 34. Il gasolio, invece, è a 1,812 euro al litro con Iva a 33 centesimi e accise ferme a 37. E proprio le accise molto spesso sono finite al centro delle polemiche, visto che ancora oggi paghiamo balzelli introdotti addirittura nel 1935 per finanziare la guerra in Abissinia.

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