Bologna, 9 settembre 2021 - La memoria, è tante cose. E’ quella che invochiamo per sorreggere noi stessi quando perdiamo una persona cara, è quel luogo dell’anima, più che della mente, che ci serve per ricordare un volto, un sorriso, un sentimento legato alla nostra vita. La memoria aiuta a vivere, a guardare avanti, a non fermarsi di fronte al dolore e al male. Ma non è solo un percorso intimistico. E’ anche un elemento che spiega la Notte della Repubblica intrisa di terrorismo e mafia.
Affinché non torni così come l’abbiamo sofferta. Nell’Italia delle troppe stragi impunite fra misteri, depistaggi e indagini a volte ideologicamente orientate, c’è chi tiene in evidenza il passato proprio perché il futuro sia migliore. Ricordare vuol dire anche combattere il male assoluto di chi ha devastato famiglie, uomini, donne, giovani. Basta un piccolo passo per un grande obiettivo.
Anni di piombo: a Ancona un muro di 8 metri per i martiri. "E di mio papà"
E quel muro lungo otto metri e decine di anni di sangue che racconterà le vittime degli anni di piombo e sorgerà a Staffolo, provincia di Ancona, poco più di duemila abitanti, è un grande passo. Bisogna inchinarsi, come in altre occasioni solenni, di fronte all’idea del sindaco Sauro Ragni e di Giovanni Ricci, figlio dell’appuntato Domenico Ricci, a sua volta figlio di questa terra, ucciso nella strage brigatista di via Fani che segnò anche la morte di Aldo Moro.
Gaspare Erzen, sconosciuto ai più, è il primo nome inciso sulle lapidi. Era una guardia merci ucciso il 20 ottobre 1962 a Verona dai bombaroli sudtirolesi. Il rosario di sangue e attentati che ripercorre la storia d’Italia si chiude con Emanuele Petri, sovrintendente di polizia ucciso dalle Nuove Bierre su un treno. La stessa cellula ammazzò a Bologna Marco Biagi. Benvenuti a Staffolo, capitale della memoria.