Reddito di cittadinanza, fuga dal Centro per l’impiego. Il 60% dei convocati non ci va

Gli altri si dileguano dopo il primo incontro: solo 1.511 patti per il lavoro sottoscritti. Per inseguirli, avvisi consegnati a mano

Reddito di cittadinanza, il futuro è un'incognita

Reddito di cittadinanza, il futuro è un'incognita

Milano - Su 10.072 beneficiari del reddito di cittadinanza convocati l’anno scorso dal Centro per l’impiego (Cpi) di Milano si sono presentati solo in 3.621. Gli altri 6.451 non hanno neanche risposto, disertando quel primo appuntamento con gli operatori che dovrebbe essere il punto di partenza nel percorso per ricollocarsi nel mondo del lavoro e uscire dal sussidio pubblico. Stesso scenario quest’anno, che vede i beneficiari in carico al Cpi più che dimezzati: su 616 convocati da gennaio allo scorso 30 settembre, si sono presentate solo 277 persone. Il Cpi ha organizzato una serie di seminari orientativi per i beneficiari che hanno l’obbligo di presentarsi mensilmente. Per essere certi che arrivi a destinazione, la convocazione viene consegnata a mano, per raccomandata. Con spese di denaro aggiuntive solo per “inseguire“ chi si rende irreperibile. I dati fotografano il fallimento della misura anti-povertà nell’obiettivo di reinserire nel mondo del lavoro, attraverso il meccanismo delle offerte che non si possono rifiutare. La maggior parte dei beneficiari ritenuti idonei per lavorare e quindi frutto di una prima scrematura, infatti, incassa il sussidio mensile e sparisce dai radar.

«Per noi è una sfida complicata – spiega Maurizio Del Conte, presidente di Afol Met, a capo dei Centri per l’impiego della Città metropolitana – e abbiamo fatto tutti i tentativi possibili per sollecitare gli attivabili. Se il 60% delle persone non si presenta, sono ancora meno quelli che poi trovano lavoro. Per chi accetta un contratto sarebbe utile istituire un regime transitorio, consentendogli di percepire lo stesso il sussidio nei primi mesi ed eliminandolo una volta avvenuta la stabilizzazione. In questo modo le persone sarebbero più incentivate a darsi da fare per trovare un lavoro regolare, piuttosto che continuare a percepire il reddito e magari lavorare in nero".

Nel 2021 sono stati sottoscritti, a Milano, solo 1.511 Patti per il lavoro (l’attivazione del percorso personalizzato di inserimento lavorativo), sulla platea di 10.072 beneficiari convocati. A 1.562 dai 6.451 beneficiari che non si sono presentati sono state inviate le riconvocazioni. Altri mille verranno riconvocati entro la fine del 2022. In caso di mancata risposta rischiano di perdere il sussidio, quando saranno già trascorsi mesi di “latitanza“. Il futuro del reddito di cittadinanza però è legato alla nuova maggioranza, e anche alla crisi nera all’orizzonte. "La priorità – sottolinea Del Conte – dovrebbe essere un aumento dei salari più bassi, per adeguarli al costo della vita in aumento. Altrimenti si rischia di creare nuova povertà alla quale bisogna dare risposte".