Arezzo, 17 novembre 2021 - Il Covid uccide ancora. La seconda vittima in due giorni, un doppio colpo di coda che ne dimostra la diffusione, anche se in una fase assolutamente sotto controllo. Stavolta ad andarsene è stato davvero un vecchio signore: 92 anni, era ricoverato a malattie infettive, il reparto che al momento rimane l’unico con dei malati di virus.
Tre pazienti in tutto, al piano zero della sesta scala, un’ala che ha una capienza di 17 letti: anche se poi la capienza è relativa, viste le potenzialità di ampliamento dimostrate durante la seconda e la terza ondata. Stavolta era vaccinato, non sappiamo se anche con la terza dose, ma vittima di una serie di patologie che ne avevano compromesso le condizioni.
La sua fine accende l’ennesimo campanello d’allarme: la conferma che le fasce a rischio restano le solite, pur con numeri decisamente più modesti. Numeri che parlano a sfinimento a favore della vaccinazione: questa ondata, con una media giornaliera fino a 50 contagi, ha portato a pochissimi ricoveri. Un anno fa eravamo già nel panico, ora terapia intensiva è «covid free» e il reparto quasi: qualcosa significa.
Tra l’altro la decelerazione nell’aumento dei contagi sembra diventare concreta. L’ultima settimana era stata chiusa con un mini-balzo del 7% (contro i precedenti 95% e 58%) e negli ultimi due giorni siamo tornati poco sopra i dieci casi quotidiani. E stavolta con un numero di tamponi discreti, oltre 700: che portano la media dei positivi sui test all’1,8%, solo pochi giorni fa eravamo oltre il 5%.
Una rotta alla quale manca un anello determinante: l’accelerazione dei vaccini. E in particolare delle terze dosi. La macchina della Asl è pronta a rimandare i motori avanti tutta, per ora non ci sono le richieste necessarie per farlo. Però qualcosa sta cambiando. Nell’ultima settimana il totale delle terze dosi è arrivato, sui dati forniti ieri, a quota 5576: una settimana fa erano state 5064 e quella ancora precedente 4554.
Non solo c’è un balzo di mille somministrazioni nell’arco di 15 giorni ma c’è anche una progressione netta. Il totale «booster» (il nome della terza dose) è arrivato a 24.782. Teoricamente poco meno del 10% su quanti hanno completato il percorso: ma non è così. A inizio giugno il totale delle seconde dosi che allora erano state distribuite arrivava a 64.906.
Quello al momento è il bacino di quanti hanno completato il percorso da almeno sei mesi. E quindi la percentuale di copertura della terza dose arriva al 38%. Non è un numero da caroselli, specie considerando che tra quei sessantamila quasi 40mila sono anziani dai 70 anni in su, quindi con un sistema immunitario fragile. Ma comincia a diventare un dato discreto e che conferma come, pur tra i ritardi, questa zona della Asl sia sopra la media toscana.
Restano al contagocce invece le prime dosi: in una settimana 602, qualcosa più della settimana prima ma in linea con il modello che calcola nove mesi tra qui e l’immunità di gregge, ora stimata sul 90% del totale della popolazione vaccinabile. Nove mesi da qui ad un traguardo che potremmo anche non tagliare mai. Magari, chissà, bruciato da un definitivo ritiro del contagio.