Milano - La pandemia da Covid-19 in Italia "non è finita e non è chiusa: rivendichiamo sicuramente una situazione diversa, che ci ha consentito di fare le aperture graduali, ma non dobbiamo assolutamente immaginare che la partita sia finita. Abbiamo bisogno di proseguire ancora con attenzione, cautela, gradualità, soprattutto alla luce delle tante varianti che stanno rendendo più difficile questa sfida e rispetto a cui abbiamo bisogno di tenere altissimo il livello di attenzione, di controllo, di verifica: penso che questa sarà ancora la linea delle prossime settimane". Qusto il monito del ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo a Roma alla presentazione della Costituzione etica della Federazione nazionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.
"Oggi - ha continuato - siamo in una fase diversa della pandemia. Come è noto sono tra i più prudenti, tra i più cauti, tra quelli che hanno insistito perché il percorso di riapertura fosse graduale, senza passi troppo precipitosi. Questo percorso graduale, avviato il 26 aprile, ci ha consentito di avere oggi una fotografia che è oggettivamente migliore di quella di pochi mesi fa. I numeri con cui facciamo i conti ogni giorno sono significativi. Avevamo quasi 30mila persone nei nostri ospedali, ora ne abbiamo meno di 1.500, quindi -95%; avevamo 3800 persone in terapia intensiva ora ne abbiamo circa 220, -90%, e anche il numero dei contagiati quotidiano è molto sceso", ha concluso Speranza. Anche dalla Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia, arrivano buone notizie: zero i decessi registrati nella giornata scorsa.
Ieri in 24 ore erano 794 positivi (l’altro ieri erano stati 882) e 28 vittime (21), mentre il tasso di positività è stabile allo 0,4%. 213 i pazienti in terapia intensiva, con un calo di 16 rispetto al giorno precedente, mentre i ricoverati in area medica sono meno di 1.500. Cala l’indice di trasmissibilità Rt allo 0,67%, con un tasso di incidenza a 9 casi su 100mila abitanti. L'allerta resta alta sul fronte varianti: la Delta ha una diffusione del 22,7% ed è presente in 16 regioni. La variante Delta si sta quindi diffondendo in Italia, come previsto, soppiantando la precedente variante dominante, l'ex inglese, ora variante Ma nel 22,7% della Delta in realtà rientrano enormi differenze tra le Regioni: la Sicilia è al 2,9%, il Piemonte è al 5%, la Toscana al 7%. Mentre il Lazio è al 34,9%, la Lombardia al 38,2%, su fino al 56,3% dell'Abruzzo, il 66,7% in Sardegna, il 70,6% del Friuli Venezia Giulia. In cinque Regioni non e' ancora stata riscontrata: Basilicata, Molise, Provincia di Trento, Umbria e Val d'Aosta. Prosegue la campagna vaccinale. E' arrivato a 52.682.992 il totale delle somministrazioni di vaccini anti Covid in Italia, come spiega il report del governo aggiornato a questa mattina. Le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono 19.462.810, il 36,04% della popolazione over 12.