Damiano Tommasi, chi è l'ex calciatore che può diventare sindaco di Verona

Pupillo di Capello alla Roma, detto "anima candida", noto per le battaglie sindacali con l'Associazione calciatori. Fuori dal campo, un'avventura in un'avveniristica scuola bilingue

Damiano Tommasi

Damiano Tommasi

Calciatore atipico per sensibilità e profondità di pensiero. E, di conseguenza, politico altrettanto atipico: niente proclami, nessun bagno di folla. Pelle dura per Damiano Tommasi, dietro ai soprannomi di "anima candida" e "chierichetto": il padre, Domenico, lavora il marmo. "Sono il terzo di cinque figli e ho avuto la fortuna di avere due fratelli maggiori come compagni di giochi. Già all'epoca non mi sentivo mai totalmente all'altezza, ma ero sufficientemente motivato da dire che volevo farlo anche io". Nato a Negrar in provincia di Verona nel 1974, ex calciatore, poi riferimento a livello federale, padre di sei figli (Beatrice, Camilla, Susanna, Samuele, Emanuele e Aurora) e sposato con Chiara Pigozzi.

In campo

Carriera da oltre 500 presenze, uno scudetto vinto con la Roma. In Nazionale 25 partite e un gol annullato che fece molto discutere, ai Mondiali del 2002 con la Corea. Cresciuto nel Verona, ha giocato anche in Spagna (Levante), Inghilterra (Queens Park Rangers), Cina (Tianjin Teda). Soprattutto, Roma: "Nel 2005 ero all'ultimo anno del mio contratto. Rientravo dopo un grave infortunio. Temevano che fossi ridotto a un rottame. Dissi a Rosella, la figlia del presidente Franco Sensi: datemi il minimo salariale, 1.470 euro al mese; se non gioco, ci perdete poco, e se invece gioco, ci guadagniamo in due".

Già allora gurdava anche oltre il campo, ad esempio sensibilizzando il suo sponsor tecnico, la Nike, a utilizzare soltanto palloni "frutto di lavoro equo e solidale", quando sulla multinazionale aleggiava il sospetto che li facesse cucire in Pakistan, sfruttando la manodopera minorile. Anni prima fece il servizio civile come obiettore di coscienza alla Caritas: nessun calciatore professionista si era mai rifiutato, prima di allora, d’indossare la divisa militare. Tornato in Italia dopo la parentesi cinese, ha giocato in seconda categoria al Sant'Anna d'Alfaedo, squadra dilettantistica della provincia di Verona, insieme a due suoi fratelli.

Damiano Tommasi lotta con Pavel Nedved nel derby Roma-Lazio
Damiano Tommasi lotta con Pavel Nedved nel derby Roma-Lazio

Politica federale

Dal 9 maggio 2011 Damiano Tommasi è sale alla guida dell'Associazione Italiana Calciatori, prendendo il posto dello storico fondatore Sergio Campana, dimettendosi nove anni dopo in scadenza di mandato. Nel 2018, peraltro, con l'elezione di Gabriele Gravina a presidente della FIGC, Tommasi diventa anche consigliere federale. Fecero scalpore le sue parole durante l'inchiesta sul calcioscommesse: "Le immagini degli arresti e dei fermi dei calciatori danno una grossa mano nel mettere in guardia e sensibilizzare i nostri associati". E durante la pandemia: "C’è una situazione eccezionale, per il coronavirus, e si pensa di risolverla con le solite logiche: provo a scaricare sull’altro il problema, se possibile anche a fregarlo. E’ questo che mi preoccupa, e direi non solo nel calcio". 

Il progetto scolastico

Tommasi è stato anche legale rappresentante e dirigente scolastico di un istituto bilingue con due sedi nel Comune di Pescantina, che copre la fascia di età 0-14 anni: "Fin dal nido i bambini hanno insegnanti di madrelingua inglese. Alle medie la lingua straniera arriva a coprire 15 ore settimanali. Il progetto punta anche a promuovere il benessere degli alunni, non più di 18-20 per classe. Gli ambienti sono progettati secondo i criteri della bioedilizia, con netta prevalenza di vetro e legno. La cucina è interna e serve cibi biologici. Nel parco abbiamo montato tende per le lezioni all’aperto. È stata prescelta per partecipare a un concorso europeo sull’innovazione didattica digitale".

Il pecorso politico

Candidato con il centrosinistra, non ha voluto manifesti né bagni di folla: "Preferisco parlare col maggior numero di persone possibile, guardandole negli occhi". Ha anche rinunciato ad essere in piazza sia con Enrico Letta che con Giuseppe Conte. Il suo programma è incentrato su sostenibilità ambientale, lotta alla dispersione scolastica e asili nido in ogni quartiere, nomine in base al merito e alle capacità, abbattimento delle barriere architettoniche. Dopo i primi dati ha dichiarato: "Se sono qua è perché siete qua... avendo sempre fatto pochi gol non so come si esulta, di solito finita la partita ero quello più stanco, mi limitavo a gioire dentro. Vale la pena essere qua. Mi auguro che questo risultato possa concretizzarsi il prima possibile, mi auguro di prenderci questa responsabilità. Io per primo. Ce la metteremo tutta per prendercela".