Duplice omicidio Ercolano, Palumbo resta in carcere: "Evidente la volontà di uccidere"

La gip : "Le due vittime non potevano avere scampo". L'antifurto non è mai scattato e l'uomo, cacciatore esperto, ha sparato 11 colpi. I legali dell'omicida: valuteremo ricorso al Tribunale Riesame"

I ragazzi uccisi e il luogo della tragedia

I ragazzi uccisi e il luogo della tragedia

Napoli, 1 novembre 2021 – Ha sparato undici colpi verso la Panda, che era in moto e si stava allontanando, dal balcone del suo appartamento che è sopraelevato dalla strada di 2-3 metri, dall'alto verso il basso e puntando verso l'autovettura: "Le due vittime non potevano avere scampo". Lo ha scritto la gip Carla Sarno nell'ordinanza di custodia cautelare con la quale ha disposto il carcere per Vincenzo Palumbo, il 53enne accusato del duplice omicidio di Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, i due giovani di 26 e 27 anni di Portici uccisi nella notte tra il 28 e il 29 ottobre in via Marsiglia, nel quartiere San Vito di Ercolano. É "evidente" la volontà di Vincenzo Palumbo "di colpire e uccidere a freddo sia il conducente che il passeggero" dell'auto a bordo della quale si trovavano Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella. Secondo il gip la ricostruzione dei fatti denota "un'incontrollabile aggressività, nonché un'allarmante pervicacia nell'intento delittuoso".La freddezza del gesto e, soprattutto l'assoluta determinazione nel colpire l'autovettura a bordo della quale viaggiavano i due ragazzi, sono immortalate nelle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza.  Napoli, Giuseppe e Tullio uccisi a Ercolano: a sparare è stato Vincenzo Palumbo /FOTO

L'antifurto di Palumbo non è mai scattato

Palumbo, inoltre aveva dichiarato di essere stato svegliato dall'antifurto della sua abitazione che scatta e si attiva quando c'è una violazione del perimetro. Ma, quella sera, "l'antifurto non era scattato sicché non risulta che si fossero avvicinate persone alla porta d'ingresso di casa del Palumbo" - scrive ancora nell'ordinanza la gip. Dai controlli effettuati dai carabinieri, infatti, risulta che l'antifurto è stato inserito alle 22.54 di giovedì 28 ottobre scorso e poi disinserito alle 00.28 del 29 ottobre, cioé quando Palumbo è uscito di casa dopo avere sparato.

Palumbo, cacciatore esperto: ha atteso 26 minuti prima di chiamare il 112

La visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza dimostra, scrive la gip di Napoli  "che le vittime non potevano avere scampo", considerando che "era davvero ridotta la distanza dell'auto su cui viaggiavano" e anche in considerazione della raffica "di colpi di arma da fuoco esplosa da Palumbo, soggetto avvezzo all'uso delle armi in quanto cacciatore e titolare di regolare porto d'armi". Palumbo, infatti, oltre alla Beretta calibro 40 aveva era possessore anche di due fucili da caccia. I video cristallizzano il duplice omicidio tra le 00.25.49 e le 00.28.15 di venerdì scorso 26 ottobre. La chiamata al 112 da parte di Palumbo arriva 26 minuti dopo gli spari. L'autotrasportatore rimarrà quindi in cella al carcere di Poggioreale.

Questa mattina l'udienza di convalida

È durata più di due ore l'udienza di convalida del fermo, che si è tenuta questa mattina al cercare di Poggioreale. La gip inizialmente si era riservata del tempo prima di prendere la decisione, ha così potuto valutare la delicata situazione in cui si trova l’autotrasportatore di Ercolano. Palumbo, assistito dagli avvocati Francesco Pepe e Fioravante De Rosa, è stato interrogato dalle 11 di questa mattina fino alle 13 al carcere di Poggioreale, dove si trova da giovedì notte. Ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee, ricostruendo passaggio dopo passaggio la sua versione dei fatti.

I legali di Palumbo: "Valuteremo ricorso al Tribunale del riesame"

"Ho sparato ma nel buio, non volevo uccidere", avrebbe ribadito Vincenzo Palumbo al gip Carla Sarno nel corso dell'interrogatorio di convalida del fermo, raccontando ancora di aver visto qualcuno scappare dalla sua proprietà. La pensano diversamente gli inquirenti, anche all'esito di una prima consulenza balistica a sostegno delle ragioni del fermo. Il gip, nel convalidare l'arresto e disporre il carcere, ha ritenuto "sussistente la reiterazione del reato e, invece, non sussistente il pericolo di fuga". "Non c'era nessuna volonta' da parte di Palumbo di determinare questa tragedia", dice l'avvocato Fioravante De Rosa, che lo difende con Francesco Pepe. "Valuteremo il da farsi anche perchè dobbiamo acquisire degli atti e poi faremo ricorso al Tribunale del Riesame. Palumbo è un padre e quando si è reso conto che le vittime erano bravi ragazzi è stato colto da una crisi interiore. Oggi se ne sono resi conto anche pm e giudice", aggiunge.

Mercoledì l'autopsia

Domani, intanto, ci sarà la nomina dei periti per l'autopsia in programma dalle 16 di mercoledì 3 novembre prossimo nell'istituto di Medicina legale del Secondo Policlinico di Napoli. Poi le salme saranno restituite alle rispettive famiglie. I funerali potrebbero tenersi quindi giovedì 4 novembre a Portici, comune alle porte di Napoli nel quale entrambi risiedevano.

La famiglia Pagliaro: “Grande umanità e rispetto verso il nostro dolore”

Esprime “gratitudine e rispetto” negli inquirenti per “il grande lavoro svolto”, la famiglia di Tullio Pagliaro che, assistiti dal loro legale di fiducia, l'avvocato Maurizio Capozzo, questa mattina stati lungamente sentiti dai carabinieri. “I magistrati hanno manifestato grande umanità e rispetto verso il nostro dolore, fanno sapere i familiari di Tullio Pagliaro attraverso l'avvocato Capozzo. “Ci affidiamo completamente a loro per fare luce su questa tragedia che ci ha distrutto la vita, nella certezza che sarà fatta giustizia per un crimine di una ferocia inaudita che non ha spiegazioni e non merita commenti”, concludono i familiari.

Gli inquirenti stanno cercando di chiarire con i parenti dei ragazzi la ragione per la quale i due si trovavano in quella strada isolata a quell'ora della sera. L'ipotesi al momento considerata più attendibile è che, dopo aver visto in un locale la partita del Napoli che si è giocata giovedì sera, si fossero persi o stessero cercando l'abitazione di un amico. La zona di San Vito, infatti, si trova in un luogo isolato, alle pendici del Vesuvio. 

Lo striscione degli Ultras

Questa mattina, a Portici – il paese in cui vivevano i due ragazzi uccisi – è spuntato uno striscione con su scritto “Giustizia e solidarietà per due figli di questa città'', firmato dagli “Ultras Portici”. Un messaggio affisso in via IV Novembre per ricordare Tullio Pagliaro e Giuseppe Fusella, i due giovani di 26 e 27 anni uccisi da Palumbo la notte tra il 28 e il 29 ottobre in via Marsiglia, nel quartiere San Vito di Ercolano. 

Lo striscione degli Ultras di Portici
Lo striscione degli Ultras di Portici