Lorenzo Pedrini
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Esseti "La nostra sfida ai cinesi sull’elettronica"

Premio Mascagni, Argelato di Bologna, la Esseti produce circuiti stampati e ha raffinato la sua tecnologia. Zanella: "Andiamo oltre i prodotti standard"

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Era una piccola grande eccellenza italiana, fino al prepotente ingresso sul mercato, dopo il 2000, dei produttori estremo orientali. Ora, invece, i circuiti stampati di cui si occupa la Esseti di Argelato, in provincia di Bologna, resistono nel Belpaese come produzioni di alto spessore tecnico ma dai volumi ridotti, grazie alla competenza di aziende come quella rappresentata dal 27enne Alberto Zanella, socio e Responsabile marketing e commerciale.

La vostra storia insegna che ci sono momenti in cui è necessario cambiare rotta.

"È dal 1979 che Esseti produce circuiti stampati, lo stesso anno in cui mia madre, Doriana Gambato, entrò in azienda in qualità di chimica, prima di cominciare, nel 2004, a rilevare le quote sociali che ora possiede per intero. In mezzo, c’è stata la svolta dettata dalla comparsa dei produttori cinesi, che ci ha portato, a rivedere profondamente la nostra struttura e la nostra filosofia".

In quali termini?

"Se, nei primi decenni di vita, aziende come la nostra potevano accontentarsi di realizzare prodotti standard, tanto i clienti entravano da soli, dopo l’arrivo dei cinesi e della loro potenza di fuoco il nostro fatturato non sarebbe più stato in grado di competere. Dai primi anni 2000, quindi, ci siamo orientati su produzioni speciali che in Cina non realizzano, delle quali forniamo versioni custom, adattate, assieme alle varie forme di consulenza, sulle specifiche esigenze del cliente".

Di quale clienti parliamo?

"Parliamo di decine di soggetti attivi nei più diversi comparti, dal medicale al militare e alle telecomunicazioni, ai quali garantiamo circuiti italiani, distribuiti in piccoli lotti ad alto valore aggiunto".

E riuscite a far fruttare queste nicchie pur essendo relativamente pochi e molto giovani.

"I dipendenti, tutti diplomati, sono 15, per un’età media che non supera i 40 anni. Tra l’altro, buona parte di loro viene dal nostro territorio, anche grazie alla nostra collaborazione, sul fronte dei tirocini, con il polo scolastico delle Aldini-Valeriani".

Non mancate, poi, nemmeno di limitare l’impatto sociale di quanto producete.

"È un punto d’onore, per noi, lottare contro il degrado dell’ambiente e le violazioni dei diritti umani legate all’estrazione, in Africa occidentale, di alcuni dei minerali che utilizziamo. Ci assicuriamo sempre che i nostri fornitori non reperiscano le materie prime in zone in cui ci possa essere sfruttamento".

A testimoniarlo, del resto, ci sono le certificazioni di cui vi fregiate.

"Sí, dalle dichiarazioni ‘Rohs’ e ‘Reach’, sull’assenza di sostanze pericolose nei nostri prodotti, al protocollo ‘Conflict Mineral’ già citato, fino al certificato 2018 sulla ‘Politica integrata qualità e ambiente’".