Etna in eruzione: nube lavica alta 10 chilometri. "Fenomeno atipico"

Il vulcanologo dell'Ingv: "Molto violenta". Coldiretti: "Perenne incubo per agricoltori"

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Roma, 11 febbraio 2022 - Un'enorme fontana di 'lava': il parossismo dell'Etna di ieri è stato certamente "uno dei più spettacolari che abbiamo visto in questi ultimi 12 mesi" ma anche " molto violento". Il vulcanologo dell'Ingv di Catania, Boris Behncke, spiega cos'è accaduto 24 ore fa, indicando che "le fontane di lava hanno superato di gran lunga i mille, forse anche 1500 metri, sopra la cima, e una colonna eruttiva che si è alzata più di 10 km". Ma oggi si è veirificata una nuova eruzione, accertata dal Ingv a partire dalle ore 11.25: "Persiste sul vulcano una debole e discontinua attività esplosiva" intracraterica, ha spiegato l'Istituto, aggiungendo che produce "una debole emissione di cenere, dispersa nell'atmosfera nel settore Nord Occidentale del vulcano".Il flusso lavico dal Cratere di Sud-Est, da quanto si apprende, è in raffreddamento.  

Etna, le eruzioni spettacolari e il fotografo premiato dalla Nasa

Un fenomeno spettacolare, ma di certo che richiede attenzione. Dalla brecci,  presente sul fianco meridionale del Cratere di Sud Est, dalla quale ha avuto origine la notte scorsa un flusso piroclastico, si osservano infatti tuttora piccoli crolli di materiale instabile, con conseguenti emissioni di cenere. Sono state segnalate, inoltre, ricadute di materiale piroclastico prodotto dall'attività parossistica sui centri abitati a Nord Ovest del vulcano (in particolare a Maletto) e fino alla costa tirrenica della Sicilia, a Sant'Agata di Militello e Capo d'Orlando, nel Messinese.

Il tweet dell'Ingv
Il tweet dell'Ingv

Il vulcanologo: "Non rientra nell'attivita 'tipica' dell' Etna"

"C'era di tutto e di più - ha spiegato il vulcanologo Behncke - fulmini, il crollo di una parte del cono (dovuto probabilmente all'apertura di una fessura eruttiva in quel fianco) del Cratere di Sud-Est, e flussi piroclastici". Il parossismo di ieri non rientra nell'attivita "tipica" dell' Etna. La sua violenza lo accosta "ai vulcani in Indonesia, Giappone, Sud America o magari anche del Vesuvio (che però dorme profondamente)".

"I flussi piroclastici - ha aggiunto ancora Behncke - sono una sorta di valanghe di gas caldo cariche di frammenti di lava, e sono il fenomeno più letale e distruttivo che un vulcano possa produrre. Sappiamo che nella sua storia geologica l' Etna ha prodotto flussi piroclastici anche importanti, soprattutto 15 mila anni fa, durante le eruzioni cataclismiche alla fine della sua fase 'Ellittico'. Ma da alcuni decenni - ha concluso il vulcanologo- i flussi piroclastici sono entrati in maniera sempre più insistente nel repertorio della nostra 'vulcanessa', e ormai si vedono durante molti dei frequenti episodi parossistici al Cratere di Sud-Est, dovuto alle sue particolari caratteristiche morfologiche e strutturali (fianchi ripidi ed instabili)".

Coldiretti: "Perenne incubo per agricoltori"

"Torna per gli agricoltori l'incubo della cenere sulle colture a un anno dalla cenere. L'eruzione dell' Etna di ieri segna infatti quasi l'anniversario della prima forte eruzione del 16 febbraio 2021". Lo afferma Coldiretti Sicilia, che sta monitorando la situazione dopo l'emissione di una nube che portera' disagi per chi e' costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo e delle strade rurali. "E' un'ulteriore dimostrazione - continua il sindacato - che siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano e per questo occorre un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. E' un'emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni - conclude la Coldiretti - serve tempo, acqua e quindi l'impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili anche alla luce dei rincari che gravano sulle imprese".

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