Euro 2020, l'Ue contro le finali a Wembley: "Troppi contagi. Uefa valuti cambio di sede"

La Commissione Europea: "Il Regno Unito impone restrizioni, poi accetta massicca presenza di spettatori". Ma Uefa e governo inglese ignorano i dubbi

Tifosi italiani a Wembley. La capienza è stata alzata a 60mila spettatori

Tifosi italiani a Wembley. La capienza è stata alzata a 60mila spettatori

L'incubo della variante Delta divide il Vecchio Continente anche di fronte agli Europei di calcio. E a cavalcare l'allarme è soprattutto l'Ue, che invoca un trasferimento delle semifinali e della finale dalla sede designata di Wembley, evidenziando l'impatto dei nuovi contagi registrati nelle ultime settimane a Londra e nel Regno Unito. Una richiesta che i vertici del calcio non sembrano però disposti ad accogliere. E che il governo di Boris Johnson sembra di voler ignorare.

L'attacco dell'Unione Europea

"L'Uefa deve valutare molto attentamente la possibilità di disputare le semifinali e la finale di Euro 2020 a Wembley. Il Regno Unito da un lato impone restrizioni ai cittadini britannici che viaggiano nei Paesi Ue, dall'altro accetta una massiccia presenza di visitatori per assistere alle partite", l'attacco di uno dei vicepresidenti della Commissione Europea, Margaritis Schinas. Anche "l'idea di uno stadio pieno in un momento in cui siamo così preoccupati per la variante Delta dovrebbe far riflettere le autorità calcistiche", ha insistito Schinas, supportato anche dai dubbi già manifestati dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal premier italiano Mario Draghi. Alle parole di Schinas si sommano intanto quelle di Horst Seehofer, ministro dell'Interno e dello Sport della Germania, che definisce "irresponsabile" l'ok all'ingresso nello stadio di Wembley di oltre 60.000 spettatori a partire dalla semifinali, un terzo in più rispetto ai 43.000 ammessi oggi, limitandosi però a chiedere una riduzione dell'affluenza, piuttosto che un problematico cambiamento di sede.

L'Uefa conferma Londra

Cambiamento comunque escluso dall'Uefa: "Le partite si svolgeranno dove previsto", spiega la federazione europea assicurando di aver concordato con Londra misure adeguate per mitigare i rischi: misure che includono, come per qualsiasi evento pubblico collettivo autorizzato al momento in Inghilterra, la certificazione di un test Covid negativo non più vecchio di 48 ore per coloro che vogliano acquistare biglietti (già in larga parte venduti a prezzi che per le semifinali variano tra i 195 e i 595 euro, con gli ultimi tagliandi disponibili per la finalissima schizzati quasi a mille), quella del doppio vaccino ricevuto almeno 15 giorni prima, nonché il distanziamento obbligatorio tra non conviventi.

Variante Delta, boom di contagi

Cautele insufficienti agli occhi dell'Unione Europea, sullo sfondo dei dati che indicano oltre quota 20.000 i nuovi contagi nel Regno Unito. Seppure con un impatto sull'incremento dei ricoveri in ospedale e sui morti limitato dall'efficacia dei vaccini in un Paese che ha già somministrato 77,3 milioni di dosi. Paese dove, controbattono alcuni esperti, il picco dell'ondata indiana potrebbe essere stato ormai raggiunto, a differenza di altre nazioni europee in cui si potrebbe pensare di spostare i match clou salvo il rischio di ritrovarsi in una situazione non necessariamente migliore in prospettiva.