Supermercati, qualche razionamento. "Ma gli scaffali sono pieni, niente allarme"

Toscana, filiera alimentare sotto osservazione. Problemi per gli allevatori, il mais scarseggia. I panificatori chiedono alla grande distribuzione maggiori compensi

Firenze, 11 marzo 2022 – Alcuni autotrasportatori si sono già fermati. Con i carburanti che volano oltre i 2 euro al litro, riempire il serbatoio di un camion è diventato insostenibile e antieconomico. Così alcune merci, considerando che l'85% viaggia su strada, non stanno arrivando a destinazione.

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Sciopero camionisti

Una situazione che potrebbe aggravarsi da lunedì 14 marzo, quando è prevista la protesta dei tir proclamata da Trasportunito che, se andrà avanti per giorni e troverà un'ampia adesione, rischia di paralizzare l'Italia e svuotare gli scaffali dei supermercati. In alcune aziende, anche del settore alimentare, è bastata la bolletta del gas e della luce a fermare la produzione.

Grano tenero

In altri casi si continua a produrre, ma solo il sabato e la domenica e di notte, perché in quelle ore l'energia costa meno. Alcuni mulini stanno valutando di sospendere l'attività. Intanto, volano i prezzi delle materie prime. A giugno 2021 il grano tenero, che si usa per fare il pane, si pagava 37 euro al quintale, salito a 55 euro il 10 marzo 2022 e la prossima settimana viaggerà sui 70 euro al quintale. Una situazione delicata, come non mai, in continua evoluzione.

Supermercati

La grande distribuzione rassicura che non ci sono, almeno per ora, problemi di approvvigionamento e non c'è nessuna corsa all'acquisto. «Non riscontriamo modifiche alle abitudini di acquisto, tranne il fatto che registriamo un aumento di derrate alimentari o prodotti sanitari destinati alle raccolte per l'emergenza Ucraina», fanno sapere da Esselunga, che non ha contingentato l'acquisto di prodotti di prima necessità. Qualche altra catena della grande distribuzione, però, come Eurospin, ha iniziato a limitare gli acquisti dei clienti, sopratutto su quei prodotti che sono già scarsi, come l'olio di semi di girasole. Anche Unicoop Firenze ha deciso di mettere un limite all'acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero. Ma il problema, almeno fino ad ora, non è quello dell'approvvigionamento, specifica la cooperativa.

Evitare assalti

La corsa all'accaparramento di questi prodotti è scattata da parte di attività, che possono essere panifici, o ristoranti, o altri ancora, per i quali è diventato più conveniente comprarli al supermercato, anziché dai fornitori che, messi in ginocchio dai rincari esponenziali del caro energia e delle materie prime, hanno aumentato i prezzi. Ma proprio sul fronte degli approvvigionamenti i segnali, se non nell'immediato, per il breve periodo, sono tutt'altro che incoraggianti. Tutta la filiera alimentare rischia di saltare.

I fornitori 

«Siamo quasi nella tempesta perfetta: una serie di fattori che, combinati, creeranno dei problemi abbastanza grandi rispetto a quelli che già vediamo all'orizzonte», commenta Fabrizio Piervenanzi, presidente regionale Confartigianato Alimentari. «Siamo molto preoccupati. Senza fare terrorismo, ma limitandoci ad essere realisti, ci troviamo di fronte al contingentamento di alcuni prodotti, come lo zucchero e la farina. I nostri fornitori - agricoltori, pescatori, allevatori – sono già in una situazione complicata: con il conflitto in Ucraina stanno assistendo ad una diminuzione, se non ad un blocco, del rifornimento di grano, mais, mangimi che sono importati da quelle zone». «Noi, come artigiani, dobbiamo trasformare le materie prime in una situazione in cui i prezzi di energia e acqua, che ci serve per raffreddare i motori dei nostri macchinari, sono alle stelle. Non solo, ma stanno già scarseggiando i pezzi di ricambio dei macchinari, come le schede elettroniche. A valle c'è il consumatore finale, il cui potere d'acquisto diminuisce e sul quale non possiamo pensare di scaricare i costi». Tutti questi fattori insieme «possono fare dei danni atroci» all'economia.

Olio di semi

«Il costo dell'olio di semi di girasole, che viene per la maggior parte dall'Ucraina, è lievitato per irreperibilità e a breve – ricorda Andrea Panchetti, presidente dolciari e panificatori di Cna Toscana – diventerà introvabile. Per il grano tenero, che arriva per il 25% dall'Ucraina, il tentativo che si sta facendo è tornare a produrlo in Italia o andare ad acquistarlo in Canada, ma nel frattempo il suo prezzo è più che raddoppiato». Così la produzione rallenta e «presto la situazione avrà una ricaduta a livello occupazionale: molte aziende hanno già annunciato che ridurranno il personale, ricorrendo alla cassa integrazione e, se la situazione non rientrerà, inizieranno con i licenziamenti». «Sono necessarie scelte coraggiose: il governo – conclude Panchetti – dovrà intervenire in maniera drastica, o sul fronte delle materie prime o del caro energia. Noi come associazione di categoria abbiamo chiesto che vengano stanziati contributi a fondo perduto, anche se siamo consapevoli che 'la coperta' sia molto corta».