Guerra Ucraina: a Mariupol ultimatum scaduto. Nessun segno di resa

Accordo per evacuare donne, bambini e anziani: i bus si fermano anche dall'acciaieria. Kiev propone sessione di negoziati nella città portuale. Mosca consegna una "bozza di accordo" per riprendere i colloqui. Da Usa e Canada armi pesanti a Kiev

Roma, 20 aprile 2022 - Scaduto l'ultimatum lanciato dai russi a Mariupol. Nessun segno di resa dall'acciaieria Azovstal, crocevia della guerra in Ucraina, bastione superstite della resistenza sotto assedio da giorni. Le truppe di Mosca avevano concesso fino alle 13 ora italiana per arrendersi. Il tempo è scaduto, ma la città non è ancora caduta. "Queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita, estraeteci da qui", l'appello lanciato dagli ultimi difensori della città. Mosca accusa: "I civili sono stati portati lì da nazionalisti ucraini come scudi umani". E le forze russe organizzeranno a Mariupol una parata militare il 9 maggio, giorno in cui Mosca celebra l'anniversario della vittoria contro i nazisti nella Seconda guerra mondiale. 

La situazione a Mariupol resta "brutale", secondo Zelensky. "L'esercito russo rimarrà per sempre nella storia come il più barbaro e disumano al mondo: questo marchierà la Russia come la fonte del male", ha detto il presidente ucraino. E proprio nella città martire Kiev ha offerto alla Russia una "sessione speciale di negoziati" per salvare tutti ("i vivi e i feriti"), come ha spiegato Mykhailo Podolyak, consigliere della presidenza ucraina e uno dei negoziatori.

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Intanto, il Cremlino ha consegnato all'Ucraina una bozza di documento sui colloqui formulata "chiaramente" e attende la risposta. È un primo segnale verso la ripresa dei negoziati. Il presidente Putin assicura che arriverà la pace nel Donbass grazie alla Russia e che Mosca farà in modo che nella regione la vita in sicurezza torni la normalità. Oggi è arrivato in visita a Kiev il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. 

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Tensione con la Germania

Kiev non ha nascosto la sua "grande delusione e amarezza" di fronte al discorso del cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui le capacità di export delle forze armate tedesche sono esaurite. "La Germania sta facendo tantissimo per l'Ucraina", non solo per gli aiuti civili, ha replicato l'ambasciatore tedesco in Italia. "Abbiamo fornito armi importanti, per chi conosce la storia tedesca è stata una svolta molto importante, abbiamo fornito direttamente degli stinger ed altri equipaggiamenti all'Ucraina e altre armi".

Armi pesanti verso Kiev

Nel frattempo risuona l'ennesimo appello del presidente ucraino affinché le forze occidentali inviino armi pesanti al paese invaso. Se ce le aveste mandate tutte subito, dice, avremmo "già messo fine alla guerra". Biden fa sponda e chiede agli alleati di proseguire sia nell'invio di armi, sia sul campo delle sanzioni. Il presidente Usa dovrebbe annunciare presto altri 800 milioni di dollari in aiuti militari per Kiev. L'Ucraina ha intanto già ricevuto caccia e pezzi di ricambio d'aviazione, dice il Pentagono. Artiglieria pesante arriverà anche dal Canada, assicura Trudeau. Annuncia nuovi invii d'armi a Kiev anche Johnson, tra cui i razzi britannici Brimstone. Anche il governo norvegese scende in campo: cento missili antiaerei Mistral verranno messi a disposizione dell'Ucraina, oltre ai 4mila anticarro già forniti da Oslo. 

La Cina

Prende posizione la Cina, secondo cui l'invio d'armi "non porterà alla pace". Pechino - che ha lanciato un appello per i corridoi umanitari - attacca poi le sanzioni: "Il blocco di beni di altri stati colpisce la sovranità", per il rappresentante cinese all'Onu, Zhang Jun. A causa dei loro molteplici effetti distorsivi, le pratiche sul congelamento dei beni di altri Stati "dovrebbero essere abbandonate il prima possibile", ha proseguito il diplomatico, per il quale "dobbiamo prestare attenzione ed eliminare l'impatto negativo delle sanzioni" che vedono soprattutto i Paesi in via di sviluppo come i destinatari degli oneri più pesanti. La comunità internazionale, ha incalzato Zhang, "dovrebbe rafforzare il coordinamento per mantenere le forniture di cibo ed energia, e i prezzi stabili, evitando inutili restrizioni all'esportazione" che minano anche la catena dei rifornimenti su scala globale.

Mariupol

L'acciaieria Azovstal vive le sue ore più drammatiche. L'ultimatum delle 13 è scaduto, la resa non è arrivata. Oltre ai soldati che ancora difendono il baluardo della resistenza ucraina, all'interno ci sarebbero circa 500 combattenti feriti e centinaia di civili da evacuare. Uno spiraglio si apre in mattinata: Kiev rende noto che ci sarebbe un accordo su un corridoio umanitario per trasferire i civili dall'acciaieria. "Siamo riusciti a trovare un accordo preliminare (con i russi) su un corridoio umanitario per donne, bambini e anziani", ha riferito su Telegram il vice primo ministro ucraino Iryna Vereshchuk.  L'evacuazione è iniziata alle 13, gli autobus in partenza da Mariupol verso Zaporizhizhia si fermano anche vicino all'acciaieria. Lo riporta la Bbc. L'Ucraina punta a far uscire 6mila civili con 90 autobus  Dentro la città assediata sarebbero rimaste ancora 100mila persone. 

Nella Azovstal molti civili si trovano in una situazione in cui manca praticamente tutto, dall'acqua ai medicinali. A metà mattinata l'autorità dell'autoproclamata repubblica separatista di Donetsk comunica che cinque militari del battaglione si sarebbero arresi, lasciando volontariamente la fabbrica.  

Il comandante delle forze ucraine asserragliate nelle acciaierie lancia un appello a Joe Biden affinchè aiuti i militari e civili ucraini "caduti in questa trappola". "Madri, mogli e figli dei difensori della città"  hanno inviato una lettera a Papa Francesco per chiedere aiuto. Lo scrive su Twitter l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash che pubblica anche il testo della missiva.  "Ti chiediamo - recita un passaggio della lettera - di fare il possibile e l'impossibile per salvare i nostri parenti e tutte le persone di Mariupol".

Lyman il nuovo obiettivo

Sarebbe Lyman il nuovo obiettivo principale delle truppe russe. L'offensiva - riferiscono vertici militari ucraini - è in corso nella città situata nella regione orientale di Donetsk e si inserisce nel quadro dell'avanzata per cercare di controllare tutto il Donbass. Continua il blocco parziale anche su Kharkov, seconda città ucraina, sempre ad Est. Le forze russe stanno intensificando gli attacchi anche su un'altra città della regione di Donetsk, Marinka. Secondo l'intelligence britannica Kiev continua a respingere diversi attacchi nel Donbass.  Nella notte si sono registrate esplosioni nella città meridionale capoluogo regionale di Mykolaiv.