Roma 27 settembre 2022 - Il sabotaggio ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 (qui le notizie live) provocherà un inquinamento localizzato, in caso (molto probabile) di incendio potrà determinare una grande esplosione e una combustione di gas di lunga durata, fino allo svuotamento del tratto di tubo interessato. Di sicuro avrà un notevole impatto sule emissioni di "gas serra" (il metano è 28 volte più inquinante rispetto alla stessa quantità di anidride carbonica). Ma non causerà un disastro ambientale paragonabile a quello che provocherebbe invece un incidente ad un oleodotto.
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Il gas disperso in mare infatti in larga parte evapora (non del tutto, perché se la fuga è ad alta profondità una parte del metano si lega all’acqua e crea clatrati, una sorta di ghiaccio di metano) disperdendosi in atmosfera, e non crea maree oleose come quelle causate dal petrolio e dai suoi prodotti lavorati.
L’impatto localizzato consiste nella riduzione della presenza di ossigeno nella colonna d’acqua (con morie localizzate di pesci) e nell’inquinamento dell’area direttamente interessata (con diffusione di un film oleoso per qualche chilometro quadrato di mare), specialmente in caso di esplosione e incendio (a causa dei conseguenti prodotti di combustione). Ma per fortuna non è un oleodotto. Per verificare l’impatto della fuga di gas la marina danese ha inviato alcune unità in zona. "La fregata Absalon e la nave per il controllo dell’inquinamento Gunnar Thorson – ha fatto sapere Copenaghen – sono in viaggio per effettuare il monitoraggio dell’acqua nelle zone di divieto e la difesa aerea danese sta supportando con elicotteri e velivoli per il monitoraggio dell'area".