Covid, Omicron dominante: quali regioni hanno raggiunto picco e quali no? Le previsioni

Sebastiani (Cnr): accelerazione nella curva dei decessi ma non c'è andamento analogo per la curva degli ingressi in terapia intensiva. Ecco perché

L'Italia si avvia verso il picco del numero totale dei positivi, dopo aver oltrepassato il picco della percentuale dei positivi ai test molecolari, che ora decresce. In crescita intanto la curva dei decessi, ma non avviene lo stesso per la curva degli ingressi nelle terapie intensive, probabilmente a causa delle diverse manifestazioni cliniche della variante Omicron: è quanto indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). I dati aggiornati al 16 gennaio permettono di confermare e di localizzare con precisione al 6 gennaio il picco del valor medio della percentuale dei positivi ai test molecolari. L'analisi delle differenze settimanali indica che "il picco del numero medio dei positivi totali è previsto entro i prossimi quattro giorni", osserva l'esperto.

Mappa
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"Come avviene di norma, c'è un'accelerazione della curva dei decessi, che segue con ritardo, quella dei positivi avvenuta nelle ultime settimane del 2021. Stranamente non si osserva un andamento analogo per la curva degli ingressi in terapia intensiva, che al contrario sembra frenare la crescita", rileva Sebastiani. "Questa anomalia - prosegue - potrebbe essere spiegata con le diverse manifestazioni cliniche della Omicron, presumibilmente prevalente in Italia al momento. La minor frequenza di polmoniti nella omicron comporterebbe una minore probabilità di ricovero in terapia intensiva, senza però una conseguente riduzione dei decessi di soggetti fragili, a causa dei valori più alti dell'incidenza in combinazione con una vaccinazione con solo due dosi". Riguardo la circolazione della variante Omicron, i risultati definitivi dell'indagine rapida condotta dall'Istituto superiore di sanità e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler hanno evidenziato che in Italia, al 3 gennaio, hanno confermato la sua predominanza, con una prevalenza stimata all'81%, con una variabilità regionale tra il 33% e il 100%. La variante Delta costituiva il 19% del campione esaminato. 

Ecco di seguito la mappa della previsione del raggiungimento del valor medio del picco dei positivi a livello regionale:

  • PICCO 5 GENNAIO: Umbria
  • PICCO 6 GENNAIO: Toscana
  • PICCO 10 GENNAIO: Lombardia
  • PICCO 11 GENNAIO: Abruzzo, Basilicata
  • AL PICCO (localizzazione precisa con i dati dei prossimi giorni): Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Sicilia
  • PICCO ENTRO 4 GIORNI: Provincia autonoma di Trento, Valle d'Aosta
  • PICCO ENTRO 7 GIORNI: Friuli Venezia Giulia, Veneto
  • CRESCITA FRENATA: Sardegna
  • CRESCITA LINEARE: provincia autonoma di Bolzano, Calabria, Molise
  • CRESCITA ACCELERATA: Campania, Liguria, Marche, Puglia

Terapie intensive stabili ma crescono i ricoveri: ecco le regioni a rischio zona arancione

I dati Agenas su terapie intensive e ricoveri 

La percentuale di terapie intensiva occupate da pazienti Covid è stabile al 18% in Italia, ma 8 regioni superano la soglia del 20% (Abruzzo, Friuli, Lazio, Marche, Trento, Toscana, Piemonte, Valle d'Aosta). A livello giornaliero, il tasso cresce in Puglia (12%) e Sicilia (20%). Cala in Campania (12%), Liguria (19%), Lombardia (15%), Marche (24%), Bolzano (17%). Stabile in 14 regioni: Abruzzo (al 21%), Basilicata (3%), Calabria (19%), Emilia Romagna (17%), Fvg (23%), Lazio (22%), Molise (5%), Trento (23%), Piemonte (23%), Sardegna (14%), Toscana (22%), Umbria (14%), Val d'Aosta (24%), Veneto (18%).

La percentuale di posti nei reparti di area non critica occupati da pazienti Covid sale al 29% in Italia e in Valle d'Aosta arriva al 69%. In 24 ore, cresce in altre 11 regioni: Abruzzo (al 29%), Basilicata (26%), Calabria (41%), Campania (29%), Emilia Romagna (27%), Lombardia (34%), Marche (27%), Piemonte (30%), Puglia (21%), Sardegna (15%), Toscana (25%). Cala in Umbria (33%) e Veneto (23%). Stabile Friuli (29%), Lazio (27%), Liguria (38%), Molise (13%), Pa Bolzano (18%), Pa Trento (25%), Sicilia (35%). Questi i dati Agenas aggiornati al 16 gennaio. Superano la soglia del 30%: Calabria, Liguria, Lombardia, Sicilia, Valle d'Aosta. 

Zona gialla e zona aracione

Da oggi, la Valle d'Aosta sarà la prima regione ad andare in arancione per la prima volta da quando sono cambiati i criteri per l'assegnazione dei colori delle regioni, a causa delle percentuali di occupazione dei suoi reparti (24% nelle terapie intensive, 68% nei reparti ordinari), al di sopra dei parametri del 20% di occupazione delle terapie intensive e del 30% per le aree mediche ordinari. Da lunedì anche la Campania cambia colore, passando in giallo. In zona gialla al momento ci sono Veneto, Lombardia, Lazio, Liguria, Calabria, province autonome di Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Sicilia e Friuli Venezia Giulia.  Rimangono in zona bianca Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria.  Questa distinzione per colori potrebbe però cambiare o sparire. Da più voci si levano appelli a rivedere il sistema o addirittura a eliminarlo, vista anche la massiccia introduzione di restrizioni legate al possesso o meno del Green pass base o rafforzato.

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