Pensioni quota 103: a chi conviene e quali sono le penalizzazioni

Come funziona la formula per uscire dal lavoro con 62 anni di età e 41 di contributi

Roma, 25 novembre 2022 - La nuova Quota 103 per andare in pensione nel 2023 in anticipo sui 67 anni della riforma Fornero non è detto che sia sempre un affare. Anzi. E, dunque, vale la pena, sottoporre la formula a una sorta di stress test per valutare se e quando conviene o non conviene utilizzarla.

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Andiamo con ordine. La soluzione individuata comporta che per lasciare il lavoro si devono raggiungere i 62 anni di età e i 41 anni di contributi. Così possono usarla coloro che sono nati entro il 1961 e che hanno cominciato a lavorare entro il 1982. Ma fissate le condizioni basilari, non è detto che chi si trovi in quelle condizioni ha sempre da guadagnare dal ricorrere al nuovo meccanismo. 

Pensioni Quota 103
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La legge di Bilancio, non a caso, prevede che coloro che utilizzeranno Quota 103 avranno l’assegno intero se questo arriva a 5 volte il trattamento minimo Inps: dunque, fino a circa 2.600 euro lordi. Se, invece, dovessero avere diritto a un importo maggiore, dovranno rinunciare a ottenere la fetta eccedente fino al raggiungimento dei 67 anni di età. È una delle 'penalizzazioni' prevista dalla manovra. 

Ma vale la pena perdere questi emolumenti per uscire prima dal lavoro? Dipende dai casi, però in linea di massima chi può avere una pensione sopra i 2.600 euro vuol dire che ha anche uno stipendio medio-alto: non è detto che allora convenga lasciare il lavoro in anticipo pagando un pegno tanto elevato. 

Nel calcolo della convenienza va valutata anche l’esistenza della cosiddetta pensione anticipata della riforma Fornero che si ottiene per le donne a 41 anni e dieci mesi e per gli uomini a 42 anni e dieci mesi, a prescindere dall’età anagrafica. Il che significa che chi ha raggiunto i 41 anni, se attende altri dieci mesi o un altro anno e dieci mesi, potrà andare in pensione conquistando il trattamento pieno. 

Attenzione, allora, a Quota 103. Può essere un vantaggio, in definitiva, ma solo per coloro che hanno 62 anni di età e 41 anni di contributi e che potranno avere al massimo una pensione fino a 2.600 euro lordi circa mensili. Per tutti gli altri, la valutazione va fatta caso per caso, in base alla specifica condizione retributiva e alla condizione di vita nella quale ci si trova.