Il rientro dei prof no vax: "Io, da docente a segretario improvvisato"

Un ritorno tra caos e rabbia. Le scuole si arrangiano: "Non è facile trovare un compito adeguato per questi colleghi", sospirano i presidi

Scuola (immagine di repertorio)

Scuola (immagine di repertorio)

Firenze, 1 aprile 2022 - Un saluto ai propri alunni fuori da scuola e poi, via, in segreteria o in biblioteca. È iniziata stamani la nuova momentanea vita professionale dei docenti non vaccinati. Un rientro, il loro, all’insegna della rabbia e della delusione. “Stamani, dopo un piccolo presidio di protesta davanti al liceo Machiavelli, due miei colleghi sono entrati in classe, neri come la pece - racconta un professore no-vax -. Considerarci ‘temporaneamente inabili’ è un abuso giuridico. Non tutti però possono continuare ad andare avanti senza stipendio. Personalmente, non sono rientrato perchè non ho intenzione di pagare di tasca mia i tamponi. So che rischio addirittura una procedura di licenziamento per assenza ingiustificata. Sto valutando se chiedere un’altra aspettativa”. «I prof che non si sono vaccinati possono essere utilizzati per il servizio di biblioteca e documentazione, l’organizzazione di laboratori, il supporto nell’utilizzo degli audiovisivi e delle nuove tecnologie informatiche, le attività relative al funzionamento degli organi collegiali, dei servizi amministrativi e ogni altra attività deliberata nell’ambito del progetto d’istituto». Con questa circolare il ministero dell’Istruzione ha provato a fare un po’ di chiarezza. Ma il caos è ancora molto.

“Non esiste la tipologia di docente che non sta in classe - allarga le braccia Emanuele Rossi della Cgil -. Si tratta dell’ennesima invenzione ministeriale, che però crea solo confusione e discriminazione. Insomma, il ‘semi-lavoratore’ non esiste”. In quanto considerati “temporaneamente inidonei all’insegnamento”, gli ormai ex sospesi dovranno lavorare 36 ore a settimana. Non, dunque, 18 per la secondaria e 22 per la primaria. “L’ennesima decisione vergognosa”, schiumano rabbia i no-vax. Sono 150 nella nostra provincia i professori stamani rientrati a scuola, ma non in classe.

In cattedra restano i supplenti, però adesso pagati “coi fondi previsti per la valorizzazione dei docenti”, ricorda Claudio Gaudio della Cisl. “Non è affatto semplice questa gestione - sospira Francesca Cantarella del comprensivo Vespucci -. Tenerli non a contatto coi ragazzi significa far stare questi colleghi in segreteria. Non ho altri spazi. Personalmente, dei 3 docenti non vaccinati che ho, stamani si sono presentati in 2. Adesso stanno svolgendo compiti amministrativi ma ho molte remore riguardo al trattamento dei dati riservati. Devo cercare di far fare loro qualcosa di compatibile con la privacy. Un rompicapo”. Intanto, con la fine dello stato d’emergenza si torna pian piano alla scuola di un tempo. Ecco che ad esempio al classico Galileo si può fare ricreazione tutti insieme, “ma in cortile”, sottolinea la preside Liliana Gilli. Riprendono poi le gite di un giorno ed i progetti in presenza.