Rientro a scuola, "Obbligo vaccinale e no alla didattica mista"

Presidi e docenti fiorentini non vedono di buon occhio l'ipotesi di mettere in dad solo gli alunni non vaccinati. "Vaccinare, altra strada non c'è"

Scuola (immagine di repertorio)

Scuola (immagine di repertorio)

Firenze, 3 gennaio 2022 - Caos organizzativo, problemi di privacy e didattica mista impossibile da gestire. I dirigenti e i docenti fiorentini storcono il naso di fronte all’ipotesi, caldeggiata da varie Regioni, di evitare il tampone immediato per tutti i compagni nel caso di scoperta di un positivo in classe. Così facendo, andrebbero in dad, solo al secondo caso di contagio, gli alunni non vaccinati, mentre gli altri continuerebbero ad andare in classe, ma con obbligo di mascherina Ffp2.

“Secondo me, mettere in didattica a distanza i non vaccinati sarebbe impossibile da gestire e di nessun effetto positivo a livello sanitario - è l’opinione di Marco Menicatti, dirigente del comprensivo Barsanti -. La situazione dei contagi è cambiata molto rispetto all’ultimo giorno di scuola, prima di Natale. Bisogna rivedere subito i protocolli di tracciamento e di quarantena, altrimenti gli istituti andranno in tilt. Consapevoli che la Dad sia solo un surrogato di scuola, bisogna che il governo prenda finalmente una decisione netta, che vada verso la reale salvaguardia della scuola in presenza”.

Tra i docenti, i più non vedono alternative: “Si metta l’obbligo vaccinale. Altra strada non c’è”. Clementina Addorisio insegna alla primaria, alle Cure: “Non possiamo togliere ai non vaccinati il diritto allo studio. Si sono già creati troppi dissidi tra pro e no vax. Non vedo altra alternativa all’obbligo”. Anche parlando con altri docenti, dalla primaria alla secondaria, l’idea prevalente è questa. “I numeri ci dicono che i vaccini funzionano. Là dove non arriva la maturità del singolo bisogna che entri in gioco l’obbligo”.

“Non mi pare scandaloso estendere la filosofia del green pass rafforzato anche a scuola, ma vedo enormi problemi di gestione, soprattutto nel primo ciclo, dove i vaccinati sono per forza di cose ancora pochi - il parere di Osvaldo Di Cuffa, dirigente dell’Iis Sassetti-Peruzzi -. Tra i miei ragazzi, vedendo quel che è successo per le uscite a teatro che abbiamo fatto nei mesi scorsi, posso dire che più dell’80 sia vaccinato. I grandi, poi, hanno meno difficoltà con la Dad… Per i più piccini, invece, la vedo davvero complicata”.

“Da sempre mi sono battuto per la scuola in presenza e non cambierò certo idea adesso - le parole di Ludovico Arte, dirigente dell’Itt Marco Polo -. L’ipotesi allo studio mi lascia però perplesso sia sotto il profilo della privacy che della differenziazione tra i ragazzi. Si creerebbero situazioni poco piacevoli, anche perchè nella maggior parte dei casi sarebbero i ragazzi a dover pagare per le scelte dei genitori. Non è certo semplice. Anche perché la didattica mista non fa bene a nessuno. Vengono seguiti male i ragazzi in presenza e quelli a casa. Meglio tutti a scuola fino a un certo numero di contagiati. E poi tutti in dad”.