Stop auto a benzina e diesel, l’Italia trema. "I biocarburanti possono salvarci"

A rischio la filiera dell’auto. Gli e-fuel sono una soluzione per la transizione. Contrari gli ambientalisti

La Ue decreta lo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035

La Ue decreta lo stop ai motori a benzina e diesel dal 2035

Roma, 10 giugno 2022 - Il comparto automobilistico, uno dei settori industriali chiave del Belpaese, teme come la morte l’addio ai motori a benzina e diesel che Bruxelles vuole totale dal 2035. "È un durissimo colpo – osserva Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione industriali di Torino – che pone a serio rischio la filiera dell’auto, italiana e continentale". E il ministro Roberto Cingolani – dividendo la maggioranza di governo, con Forza Italia e Lega che si schierano con lui – è da tempo con chi vuole lasciare aperta l’opzione carburanti alternativi, bio o e-fuel che siano. E l’ha fatto sapere.

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Le parole del ministro

"Io penso – ha detto il ministro della Transizione ecologica – che chi sta correndo sull’elettrificazione non vuole i carburanti sintetici che pure decarbonizzano fino al 90% e sono compatibili con il motore a combustione interna. Noi siamo i secondi produttori al mondo di carburanti sintetici e secondo me, soprattutto in una fase di transizione, potrebbero essere una buona soluzione". E i favorevoli al mantenimento della doppia opzione elettrici/carburanti alternativi si schierano con lui.

La transizione

"Sono d’accordo con Cingolani. Dobbiamo creare una transizione ecologica – osserva il professor David Chiaramonti, vice rettore e docente di economia dell’energia al Politecnico di Torino – che sia ambientalmente efficace, ma anche sostenibile per tutto il sistema industriale e sociale, dalle aziende ai cittadini. Bisogna trovare un punto di equilibrio". "Questo premesso – prosegue – ci sono dei settori specifici più difficili da elettrificare, ad esempio aviazione e marittimo che si affideranno certamente a questi carburanti alternativi. Ma gli e-fuel prodotti con le rinnovabili, l’idrogeno verde, ma anche biocombustibili e combustibili a carbonio riciclato, possono essere utilizzati anche nel più ampio settore dei trasporti su strada, dove l’elettrico ha una ottima prospettiva ma richiede tutta una serie di passaggi industriali che richiedono i loro tempi".

La filiera

"Il tema – avverte – non è mettere in competizione elettrico ed e fuel ma creare un transizione ecologica che sia ambientalmente corretta salvando al tempo stesso la filiera automotive europea con un passaggio all’elettrico puro che sia bilanciato".

Un mix di soluzioni

"D’accordissimo con Cingolani – concorda Piero Salatino, ordinario di impianti chimici alla università Federico II di Napoli – perché nella partita della mobilità sostenibile non ci sarà un solo vincitore. Ci sarà un mix di soluzioni. Sarebbe quindi molto saggio non legarci le mani, soprattutto per un Paese come il nostro che può fare molto in particolare sui biocarburanti e anche perché noi siamo interessati a mantenere la competitività del nostro sistema industriale, cercando di non consegnarci a filiere produttive che vedono leader altri Paesi". "È quindi saggio – sostiene – tenere aperti percorsi alternativi. E poi bisogna evitare che la giusta spinta alla decarbonizzazione ci porti ad altre forme di insostenibilità come la dipendenza da risorse primarie la cui disponibilità è limitata ed è ancore fortemente condizionata da considerazioni geopolitiche, con alcuni paesi quasi monopolisti. Basti pensare alle materie prime per le batterie".

Il fronte del no

Altri docenti hanno una posizione diversa. "I carburanti sintetici – osserva il professor Maurizio Fermeglia dell’università di Trieste – non sono una soluzione. Richiedono troppa energia per essere prodotti, quindi sono poco efficienti. Certo, si possono usare nelle automobili tradizionali, ma comportano costi energetici troppo grandi. Il secondo motivo è che sono ancora troppo cari, fuori mercato, e difficilmente i prezzi potranno scendere significativamente". Con lui, ci sono gli ambientalisti che vedono i carburanti sintetici come un cavallo di troia dei petrolieri e dell’industria automobilistica per cambiare tutto senza cambiare nulla. La battaglia è aperta.