Tecnologia salvavita. "L’auto intelligente riduce gli incidenti. È ora di puntarci"

L’appello di Giordani (rete #Vivinstrada) al ministro Salvini: "Sistema di limitazione automatica della velocità su tutti i mezzi"

Ubriachi e drogati al volante e strage sulle strade, l’ultima vittima Francesco Valdiserri. Cosa dobbiamo fare?

"Noi siamo convinti che questi comportamenti alla guida siano ripetitivi, magari la prima volta non si piangono morti. Bisogna intervenire per tempo. Il nostro indicatore principale è la velocità. Se cominciamo a fermare o almeno a sanzionare chi sistematicamente supera il limite, abbiamo buone possibilità di sradicare questo fenomeno".

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Alfredo Giordani, romano, è il coordinatore della rete #Vivinstrada, decine di associazioni mobilitate in tutta Italia sulla sicurezza stradale. Lavoro volontario, lavoro difficile. Così Giordani stacca idealmente subito un post it e lo allunga sulla scrivania di Matteo Salvini, neo ministro delle Infrastrutture. "Isa per tutti, parlo dell’Intelligence speed adaptation che impedisce di superare i limiti di velocità. Strumento diventato obbligatorio da luglio, ma non per i modelli di veicoli già depositati alla Motorizzazione. Il ministro dovrebbe rispettare la previsione del governo precedente e intervenire per rendere davvero efficace questo dispositivo".

Giordani, lei parla di controlli sulla velocità. Ma le nostre strade sono affollate di strumenti tecnologici più che di pattuglie.

"Però quando a casa cominciano ad arrivarti due, tre o quattro verbali, l’effetto deterrente è garantito. E poi dovrebbe essere usato di più lo Scout speed".

Ma per la Cassazione va segnalato, altrimenti la multa è nulla.

"È sufficiente che l’auto della pattuglia abbia il display che indica i controlli di velocità in corso. Non è solo per questo che non si utilizza. Purtroppo le verifiche sulle strade sono messe in secondo piano, hanno un’attenzione molto vicina allo zero".

Sta dicendo che la sicurezza stradale non è nelle priorità della politica?

"È assolutamente così. Nel frattempo sulle strade si scaricano tutte le nostre ansie e frustrazioni, insomma le tensioni del nostro modo di vivere. Per questo noi diciamo che non basta sistemare luci e asfalto. Bisogna intervenire sull’uomo".

Cosa vuol dire?

"Con la formazione, non nozionistica ma vera. Anche questo vorrei raccomandare al ministro Salvini".

Tra le cause principali di incidente c’è la distrazione.

"Gli studi hanno dimostrato che dopo 10-15 minuti l’attenzione tende a scemare, soprattutto nei percorsi di routine, quelli classici casa-lavoro".

Viene in mente il manager morto sull’A4, incastrato sotto al Tir fermo che sembra non avesse visto.

"Potrebbe trattarsi di quello che la scienza definisce mind-wandering, il fenomeno della mente vagante. I viaggi in autostrada sono i più pericolosi per questo. Decine di minuti su un rettilineo e il nostro cervello va altrove, al passato, agli appuntamenti che abbiamo... E l’attenzione cala. Lo possiamo chiamare anche disaccoppiamento percettivo, guardato ma non visto, pilota automatico".

Le statistiche ci restituiscono numeri choc, gli incidenti provocano quasi 3mila vittime all’anno.

"Sulle strade sono saltati il rispetto etico per gli altri e il rispetto delle leggi. Non ci sono controlli, la situazione ci è sfuggita di mano. Viviamo in una sorta di sospensione della legalità. I numeri sono da bollettino di guerra. E meritano interventi d’emergenza".

(2-continua)