
Areamare, il Comune è pronto a dire il suo ‘no’
Sarà un ‘no’, con tutta probabilità, la risposta del comune di San Benedetto alla proposta di variante presentata da Areamare nel 2017. All’ente, a giugno, il Consiglio di Stato ha ingiunto di dare una risposta definitiva al costruttore sull’iter relativo all’istanza depositata più di sei anni fa, con cui la ditta intende realizzare, fra via Mare, via Scarlatti e via del Cacciatore, 18 edifici residenziali. La questione Areamare è stata discussa nel corso dell’ultima maggioranza: durante l’incontro, i consiglieri sono stati messi al corrente del fatto che gli uffici stanno tuttora elaborando una risposta all’azienda che si confaccia agli obiettivi espressi in campagna elettorale e al percorso intrapreso sin dall’insediamento. Percorso che vede l’attuale amministrazione intenta a mettere nero su bianco una serie di strumenti tecnico-urbanistici con cui predisporre il futuro piano regolatore: tra questi, ad esempio, figura lo schema direttore, ma anche il Piano strategico per la mobilità urbana (Pums). Solo una volta elaborati questi documenti si potranno sottoporre le varianti – attualmente ce ne sono 16 protocollate – al vaglio degli organi comunali. Il punto è che il comune, come ha sancito il Consiglio di Stato, deve dare una risposta entro i primi di ottobre, e va da sé che per allora nessuno di questi atti sarà stato approntato. Ragione per cui può considerarsi certo che Viale De Gasperi esprimerà un diniego ad Areamare, e non solo: il rifiuto dovrebbe essere esteso anche a tutte le altre società che finora hanno presentato una proposta. La partita si fa più che mai interessante, perché in quel caso Areamare potrebbe impugnare il diniego, ad esempio chiedendo la nomina di una commissione ad acta per valutare l’effettivo beneficio pubblico dell’operazione. Il racconto giudiziario della vicenda può ritenersi, a modo suo, avvincente: l’ente rivierasco, dopo aver incassato la diffida e poi il ricorso di Areamare, che ne contestava il silenzio, otteneva un parziale successo al Tar.
Il tribunale amministrativo marchigiano infatti metteva in chiaro che l’eventuale assenso o diniego sarebbe stato appannaggio della giunta comunale, che in tal senso gode di massima discrezionalità. Questo accadeva un anno fa, ma la sentenza del Tar veniva ribaltata a distanza di 11 mesi, quando il Consiglio di Stato accoglieva l’appello di Areamare, chiarendo che il comune avrebbe dovuto porre fine alla questione entro 120 giorni. Se il termine non verrà rispettato, ad occuparsene sarà un commissario, individuato nel prefetto di Ascoli. Alla deadline ora mancano poco più di due mesi, ma l’amministrazione comunale sembra decisa ad andare avanti per la propria strada, e a porre un taglio netto con il passato. Un passato che oggi, però, non potrebbe avere ombra più lunga.
Giuseppe Di Marco