
La polizia al lavoro
Si sono svolti ieri in videocollegamento gli interrogatori di garanzia nell’ambito dell’operazione Grandsons che ha portato all’alba di mercoledì all’arresto di 14 persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti: piazza di spaccio principale di cocaina, eroina e hashish erano la costa sambenedettese e quella teramana. Personaggio che la Squadra Mobile della Questura di Ascoli e la Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona ritengono al vertice dell’organizzazione è il calabrese Vincenzo Marino, 50enne con numerosi precedenti penali, residente a Monteprandone. Con lui sono coinvolti nell’inchiesta anche il figlio 21enne Giovanni Pio, la moglie 48enne Tiziana Giuda; e poi anche Teresa Macrì sambenedettese di 38 anni, Silvi Sida 33 anni di Controguerra, Ilaria Rosati, 37 anni di Monteprandone, Giulio Del Mastro 47enne di Alba Adriatica, il sambenedettese di 40 anni Valerio Nobili, Erminia Galiffa 41 anni anche lei di San Benedetto, Eni Muriqi, 34enne residente a Controguerra, Maglent Resuli 48enne di Monteprandone, Klodian Hymeti 42 anni residente a San Benedetto così come il 40enne Simone Chiavaroli e la 39enne Chiara Siliquini.
Coinvolti altri quattro soggetti, oggetto di perquisizioni e indagati a piede libero. Gli interrogatori di garanzia hanno visto presente al tribunale di Ancona il gip, mentre gli arrestati si sono collegati in videoconferenza dalle carceri dove sono detenuti, assistiti dai rispettivi avvocati difensori. Avevano tutti diritto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Pare però che pare che una delle arrestate abbia parlato facendo rivelazioni importanti. Gli avvocati difensori stanno comunque valutando la possibilità di rivolgersi al Tribunale del Riesame per ottenere l’annullamento dell’ordine di custodia o quantomeno un’attenuazione della misura cautelare. Si tratta di fatti risalenti al 2022 quando un pentito ha riferito alla Procura di Catanzaro che era in fase di organizzazione un traffico di droga fra le province di Ascoli e Teramo, facente capo a Vincenzo Marino. Anche la Procura di Ascoli ha mosso i suoi passi monitorando in particolare il di Marino del Tronto; le due inchieste sono state quindi riunite sotto il controllo della Dda di Ancona.
p. erc.