Manon Lescaut al Comunale di Bologna: “Puccini fece un atto di coraggio”

Lyniv dirige l’opera che apre la stagione al Nouveau il 26 gennaio con la regia di Leo Muscato

Leo Muscato, Elena Di Gioia, Oksana Lyniv e Fulvio Macciardi

Leo Muscato, Elena Di Gioia, Oksana Lyniv e Fulvio Macciardi

Bologna, 20 gennaio 2024 – Sarà la prima inaugurazione di Stagione d’opera ospitata nella sede provvisoria del teatro: il Comunale Nouveau, alla Fiera. "Quasi stento a crederlo – confessa il sovrintendente Fulvio Macciardi, presentando l’evento – che un anno fa ci fossero qui soltanto vuote pareti in cemento, mentre da udici mesi è attivo un teatro d’opera".

Il debutto della nuova produzione è fissato per venerdì prossimo e sarà uno dei cinque titoli che il Comunale ha messo in cartellone nel centenario della morte di Puccini. Andrà in scena Manon Lescaut (1893), il primo vero successo dell’autore, dopo due lavori problematici. "Sarà anche la mia prima Manon Lescaut" dice Oksana Lyniv, direttrice musicale del teatro, che commenta però orgogliosa: "È la sesta opera di Puccini che dirigo, un autore a cui tengo molto. Fu un atto di coraggio, il suo: nessuno voleva che scrivesse un’opera nuova a pochi anni di distanza da quella di Massenet sullo stesso soggetto; ma lui sentiva evidentemente il fuoco, sotto quei due personaggi innamorati quasi oltre la loro stessa volontà. Come Tristano e Isotta. È proprio in quel periodo che Puccini scopre e studia Wagner, va a Bayreuth, ne raccoglie l’insegnamento compositivo fino a citare ben dieci volte il famigerato Tristan-Akkord nel secondo atto della sua nuova opera. Ne parlavo con la maestra del coro, Gea Garatti Ansini: paradossalmente, Puccini diventerà più convenzionale nelle opere successive".

Il regista Leo Muscato, attivo tanto nel teatro d’opera quanto nella prosa, rivela che delle tre date portanti fra le quali un regista deve sempre giocare la sua lettura (l’epoca in cui è ambientata la vicenda, l’epoca in cui l’opera viene creata, l’epoca contemporanea a noi spettatori) ha scelto questa volta di privilegiare gli anni di Puccini, ambientando cioè lo spettacolo sul finire dell’Ottocento, "che è del resto il momento delle grandi emigrazioni verso l’America, come fanno i due protagonisti dell’opera".

Ma sottolinea poi la particolare drammaturgia sottesa al libretto: "Delle mille e mille peripezie cui i due amanti vengono sottoposti nel romanzo di derivazione, Puccini ha voluto incorniciarne solo quattro, come quattro scatti fotografici di due vite ‘borderline’, ognora in fuga da qualcosa, quasi la terra bruciasse sotto i loro piedi. All’inizio di ogni atto li vediamo trasportati in luoghi e tempi sempre diversi, senza che ci venga raccontato cosa è realmente successo nel frattempo: ciò che a Puccini importa è farci invece vedere – e sentire, con la musica che improvvisamente divampa – come i due facciano scintille appena si sfiorano, nella stupefacente alchimia sessuale che travolgerà entrambi in un turbine di emozioni e impulsi, distrutti da una relazione tossica, in cui ognuno riesce a tirar fuori il peggio dell’altro".

A interpretare sulla scena i due amanti saranno, a turno, i soprani Erika Grimaldi e Lana Kos, affiancati dai tenori Luciano Ganci e Roberto Aronica. Recite dal 26 al 31 gennaio, con trasmissione diretta del debutto su Radiotre.

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