Bloccarono la tangenziale di Bologna, la giudice: “Agirono per scopo superiore”

Per questo il magistrato ha concesso l’attenuante per motivi di particolare valore sociale ai tre attivisti di Ultima Generazione

Bologna, 30 aprile 2024 – Uno di loro arrivò a cementarsi le mani sul manto stradale per ritardare il momento in cui sarebbero stati spostati di peso dalle forze dell’ordine. Per questo, i tre attivisti di Ultima generazione sono stati condannati a 6 mesi per violenza privata e interruzione di pubblico servizio: per spostarli fu necessario scalpellarli con il martello.

Gli attivisti di Ultima Generazione bloccarono la tangenziale di Bologna (foto Schicchi)
Gli attivisti di Ultima Generazione bloccarono la tangenziale di Bologna (foto Schicchi)

Ma la giudice Simona Siena ha concesso l’attenuante per motivi di particolare valore sociale ai tre ragazzi. Hanno – spiega la giudice nelle motivazioni – "agito non certo per soddisfare un interesse personale ed egoistico, ma per uno scopo superiore, nobile e altruistico, ovvero la tutela dell'ambiente, messo a concreto e sempre più allarmante rischio di irreversibile compromissione per via del cambiamento climatico in atto”.

I tre erano stati assolti dalle accuse di danneggiamento, manifestazione non autorizzata e violazione del foglio di via. Infatti, pur riconoscendo "l'indubbia difficoltà a tracciare coordinate precise entro cui far rientrare il concetto di 'valore morale e sociale'", in quanto non è semplice "individuare un'etica unanimemente condivisa o riconosciuta prevalente che possa fungere da parametro stabile per determinare il particolare valore sociale o morale", Siena ritiene che "nel caso in esame l'attenuante debba trovare applicazione", considerando che "la protesta, pur penalmente illecita, era volta a sensibilizzare l'opinione pubblica e i soggetti istituzionali sulle conseguenze dell'inerzia di fronte al cambiamento climatico e sull'ingiusta minaccia alle libertà future che pesa sulle prossime generazioni".

È quindi "indubbio", secondo la giudice, che l'ambiente "sia motivo di elevatissimo valore sociale, sempre più avvertito come tale dalla prevalente coscienza collettiva", come dimostra il fatto che "la tematica ambientale ha assunto grande rilevanza nel dibattito politico, economico e giuridico ed è oggetto di costanti allarmi da parte della comunità scientifica". A sostegno della propria interpretazione, Siena cita poi "il riconoscimento dell'ambiente come valore costituzionale fondamentale" e una recentissima sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che ha riconosciuto "una relazione causale tra la crisi climatica e il godimento dei diritti umani" protetti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Infine, nelle motivazioni della sentenza si legge che "c'è senz'altro un rapporto di congruenza tra la condotta criminosa e il motivo", in quanto "le modalità di esecuzione dei delitti" (il blocco stradale, in cui gli imputati si erano anche 'cementificati' le mani all'asfalto) "si presentano compatibili e immediatamente riconoscibili con il motivo allegato" (il tentativo di sensibilizzare sulla tematica ambientale) e "non hanno assunto connotati di gravità o di violenza eccessivi".

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