CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Condannati tre attivisti che bloccarono la tangenziale di Bologna. Ultima generazione: “Riconosciuto il valore morale dell’azione”

Sei mesi in abbreviato per il blitz dei protesta dello scorso novembre, alcuni di loro si erano cementati all’asfalto. La condanna è arrivata per i reati di violenza privata aggravata e interruzione di pubblico servizio. Ambientalisti soddisfatti perché la giudice ha concesso le attenuanti per i motivi di ordine sociale e morale

Bologna, 18 gennaio 2024 - Sono stati condannati dal gup Simona Siena a sei mesi in abbreviato i tre attivisti di Ultima Generazione che lo scorso 2 novembre futuro arrestati per aver bloccato la tangenziale per circa un’ora per manifestare contro il cambiamento climatico.

Alcuni di loro si erano cementati all’asfalto in segno di protesta, motivo per cui fu necessario l’intervento dei vigili del fuoco e degli operatori sanitari del 118.

La condanna, con pena sospesa, è arrivata per i reati di violenza privata aggravata e interruzione di pubblico servizio.

Soddisfatti gli ambientalisti perché sono state concesse sia le attenuanti generiche sia le attenuanti per aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale.

Ultima Generazione, condannati in abbreviato a 6 mesi i tre ambientalisti di Ultima Generazione che vennero arrestati a Bologna, lo scorso 2 novembre, per aver bloccato la Tangenziale per circa un'ora
Ultima Generazione, condannati in abbreviato a 6 mesi i tre ambientalisti di Ultima Generazione che vennero arrestati a Bologna, lo scorso 2 novembre, per aver bloccato la Tangenziale per circa un'ora

I tre attivisti - Ettore, Silvia e Mida - sono stati assolti dall’accusa di danneggiamento, inottemperanza al foglio di via e manifestazione non autorizzata.

Gli ambientalisti, difesi dagli avvocati Elia De Caro e Mimma Barbarello, vennero sottoposti a misure cautelari (divieto di dimora e obbligo di firma) poi tutte revocate.

La Procura aveva chiesto un anno ciascuno, aggiungendo inoltre, come spiegato dal legale De Caro, che nel chiedere “le attenuanti generiche ha sottolineato che l’azione è stata posta per un motivo nobile”.

Perché gli ambientalisti esultano 

Fuori dal tribunale, come per le altre udienze, altri attivisti di Ultima Generazione hanno organizzato un presidio dalle 9 di stamattina per manifestare la loro solidarietà ai tre ragazzi e subito dopo l’udienza gli ambientalisti si sono abbracciati e hanno applaudito.

"Aspetteremo i 90 giorni delle motivazioni - ha spiegato uno dei legali, De Caro - ma tendenzialmente faremo appello per i due reati per i quali sono stati condannati. Ma diciamo che da un certo punto di vista siamo già soddisfatti, perché rispetto all'inizio la situazione è sicuramente cambiata, c'è già stato un parziale riconoscimento delle ragioni degli imputati, non ultima la concessione dell'attenuante di aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale, e la concessione della pena sospesa con la non menzione, che smentiscono alcune impostazioni iniziali del quadro accusatorio”.

“È molto importante che la giudice abbia riconosciuto le nostre motivazioni nobili rispetto all'atto compiuto. Era la cosa giusta da fare e io non sono affatto pentita”, dice Silvia. “Noi lo abbiamo fatto per delle motivazioni profonde - aggiunge Mida - che la stessa giudice ha riconosciuto, mi apre come atto di alto valore morale, e quindi è una vittoria questa, al di là della condanna, perché un'istituzione ha riconosciuto il motivo per cui agiamo così”. 

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