MASSIMO VITALI
Cronaca

Bologna, il tifosissimo Morandi: "C’era un ragazzo in curva"

"Rivivo le emozioni dello scudetto del ’64, io e Lucio non mancavamo una partita. Non vedo l’ora di ricominciare a viaggiare per seguire le trasferte all’estero"

Bologna, 30 aprile 2024 – Se potesse s’inginocchierebbe davanti a quelle che definisce "le tre persone fondamentali che hanno reso possibile questa stagione capolavoro: Joey Saputo, Giovanni Sartori e Thiago Motta".

La torre di Maratona dello stadio si colora di rossoblù

Giusto sessant’anni fa, nel 1964, Gianni Morandi vinceva il Cantagiro con ‘In ginocchio da te’. Quello era già un Gianni nazionale, ancorché ventenne. Ma oltre a spopolare nelle classifiche dei dischi, girava gli stadi d’Italia al seguito di un Bologna che proprio quell’anno vinse il suo settimo scudetto.

Da sinistra, Gianni Morandi, Andrea Mingardi, Lucio Dalla e Luca Carboni insieme allo stadio
Da sinistra, Gianni Morandi, Andrea Mingardi, Lucio Dalla e Luca Carboni insieme allo stadio

Morandi, questo Bologna la fa tornare ragazzino.

"Sicuro. Mi sta facendo provare le emozioni del ‘64, quando andavo in curva con Lucio a seguire le partite dello squadrone di Bernardini. Quell’anno credo di aver fatto tutte le trasferte".

Lei era già un mito, Dalla stava per diventarlo: perché in curva?

"Perché è solo lì che si provano certe emozioni. Specie a vent’anni".

Ventidue anni dopo l’ultima volta c’è un Bologna che torna in Europa.

"E io non vedo l’ora di tornare a viaggiare in Europa al seguito di questi colori. Per il prossimo inverno non ho preso impegni".

Europa aritmetica dopo l’1-1 in rimonta con l’Udinese: ma i bolognesi oggi sognano la Champions League.

"Vediamo: un passo alla volta. Intanto mi è piaciuto lo spirito che ha mostrato domenica la squadra dopo essere andata in svantaggio e aver subito un’espulsione. E poi anche un pareggio alla volta può andare bene: le inseguitrici hanno gli scontri diretti".

Da tifoso rossoblù lei non smetterà mai dire grazie a chi?

"A quei tre personaggi: Saputo, Sartori e Motta".

Saputo è quello che ha finanziato l’impresa.

"E che quest’anno ha mostrato di crederci tanto. Mettere il proprio nome sulle maglie ha fatto capire il suo scatto in avanti sul piano del coinvolgimento".

Poi c’è l’architetto della squadra sul mercato.

"Sartori a Bergamo ha costruito il miracolo Atalanta, stiamo parlando del miglior direttore sportivo d’Italia. Una garanzia di successo".

Il demiurgo sul campo però è stato Motta.

"Che dire di Thiago? Posso solo augurarmi che anche il prossimo anno sia l’allenatore del Bologna".

E’ la domanda che sotto le Due Torri, e non solo, si fanno tutti: Motta va o resta?

"Io spero che non ceda alle lusinghe dei tanti club che in Italia e all’estero lo stanno corteggiando. Ma che soprattutto faccia questo ragionamento: questa squadra l’ho plasmata io e l’ho condotta fin qui, perché non dovrei accompagnarla anche nel suo viaggio in Europa?".

Forse perché Motta sa che vincere è difficile, ma continuare a vincere lo è ancora di più.

"Io credo che con la forza economica di Saputo e la visione di Sartori questo Bologna, se Motta resta, potrà far bene anche in Europa. Sarebbe importante riuscire a tenere tutti i protagonisti di questa magnifica stagione".

Che non è ancora finita.

"Ci attendono tre trasferte, ma fuori casa giochiamo le nostre migliori partite. E tra due settimane a Bologna arriva la Juve: se riusciamo a cavarcela anche lì...".

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