Corsi di recupero, duemila a scuola in anticipo

Da martedì rientra chi ha insufficienze, alle superiori, e chi vuole ripassare quanto perso nel lockdown. Ma gli insegnanti lavorano gratis.

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di Federica Gieri Samoggia

Piantine con entrate-uscite e percorsi, formazione sul comportamento, termoscanner, gel, mascherine e zaino in spalla. La scuola apre in una sorta di prova generale in vista della prima camapanella, il 14 settembre. Sono ben oltre duemila gli studenti delle superiori che, a inizio settembre, rientreranno in classe per recuperare le materie insufficienti. Con loro, ci saranno, martedì 1, anche i 700 ‘piccolini’ delle elementari Villa Torchi e Marsili e della media Panzini, il cui istituto comprensivo, il 4 a Corticella, li riporta in aula per recuperare quanto perso durante il lockdown. Unici tra i comprensivi cittadine.

Fanno eccezione i 2.500 dell’Iis Aldini Valeriani. "Per martedì ho convocato il Collegio dei docenti – spiega il preside Salvatore Grillo –, per proporre di ‘spalmare’ i corsi di recupero durante l’anno per una maggiore efficacia". Un posticipo determinato anche dal fatto che "mi manca il 50% dei collaboratori scolastici (circa 17) e quindi non posso garantire la sanificazione degli ambienti ". Martedì semaforo verde agli ingressi nei licei Righi, Sabin, Laura Bassi e Minghetti, ma solo per 30 primini. Seguono Iis Belluzzi Fioravanti, Minghetti e istituto Luxemburg. Mercoledì tocca al liceo Fermi e giovedì 3 al liceo Copernico. Un super lavoro per gli istituti che hanno dovuto organizzare piani anti Covid con percorsi definiti (al Righi le piantine sono scaricabili dal sito), termoscanner (al Minghetti si proverà la febbre a scuola), apertura di ingressi extra e orari cadenzati.

Tuttavia, non mancano lezioni in dad, a distanza. A causa dei cantieri, per motivi di sicurezza il Sabin attiverà solo corsi on line. Il Minghetti ha scelto corsi in presenza per le quarte e le quinte ginnasio nella succursale di vicolo Stradellaccio e la dad per il triennio. Formula mista anche per le Laura Bassi.

Una super organizzazione con doccia fredda per i docenti che, per decisione ministeriale comunicata attraverso nota, non vedranno retribuito questo lavoro, perché derubricato ad attività ordinaria. Nessuno però si è tirato indietro. "Saranno tutti in cattedra per senso di responsabilità verso i loro studenti", spiegano i presidi che stanno comunque ipotizzando un riconoscimento economico. "La nota del Miur – accusa Monica Ottaviani, segretaria generale Flc Cgil regionale – è irricevibile perché scardina norme esistenti e fornisce un’interpretazione errata del contratto di lavoro che va rispettato anche in tempo di Coronavirus. Le attività di recupero vanno retribuite. Si tratta dell’ennesimo intervento unilaterale e a gamba tesa del ministero sui lavoratori della scuola, che così non vengono rispettati neppure dal proprio datore di lavoro".

Per Serafino Veltri, segretario generale Uil Scuola regionale, la nota del Miur "è un atto unilaterale che va contro il contratto nazionale. È una forzatura amministrativa che alimenta l’attuale confusione. Per noi, i corsi di recupero rientrano nelle attività aggiuntive e vanno remunerati, attingendo per esempio al Mof (fondo per il Miglioramento dell’offerta formativa) che, perlatro, verrà incrementato per i maggiori impegni del personale. Oltretutto queste saranno attività in presenza, per le quali dovranno essere attuate tutte le misure di prevenzione del contagio e per la tutela della salute".

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