PAOLO ROSATO
Cronaca

Danni alluvione, polemica sull’elenco. Gli agricoltori: "Via chi è estraneo"

Il presidente Garagnani: "Ci sono scuole, ospedali: una svista, speriamo. Ci sarà una verifica del governo"

Danni alluvione, polemica sull’elenco  Gli agricoltori: "Via chi è estraneo"

Danni alluvione, polemica sull’elenco Gli agricoltori: "Via chi è estraneo"

Bologna, 1 luglio 2023 – "Siamo molto allarmati, perché evidentemente nell’elenco" spedito alla Dipartimento nazionale della Protezione civile "ci sono danni che nulla hanno a che vedere con la terribile alluvione di maggio. Ci sarà sicuramente una seconda verifica da parte del governo, e ciò che non c’entra deve uscire". Non usa mezzi termini Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna, nel commentare il corposo contenuto del primo fabbisogno post-alluvione comunicato dalla Regione all’esecutivo, un elenco raccontato dal Carlino Bologna.

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Tra i danni inseriti nella rendicontazione – il totale chiesto alla Protezione civile nazionale ammonta a circa 1,9 miliardi di euro – ci sono anche scuole, ospedali, edifici pubblici, nidi, musei, biblioteche, negozi. Infiltrazioni, allagamenti, distaccamenti di intonaco, ammaloramenti dell’asfalto che sono tutti effettivamente riconducibili agli eventi alluvionali della prima metà di maggio? Gli agricoltori vogliono vederci chiaro. "C’è poco da inventarsi su chi sia stato davvero colpito – argomenta il presidente Garagnani –. Leggiamo di nidi, ospedali, edifici comunali: sinceramente ci auguriamo che sia stata una svista e che spariscano dall’elenco. I danni alle produzioni agricole, sia in pianura sia in montagna, sono ormai conosciuti e individuati, nonché quantificati in euro. Si procederà con un secondo check che accerti chi in quella lista non può esserci".

Garagnani invita anche a mettersi nei panni degli agricoltori. "Non contestiamo i capitoli di spesa contenuti in quell’elenco, soltanto evidentemente non sono nell’elenco giusto. Pensate a ciò che sta montando nel mondo agricolo, alla situazione che stanno vivendo gli agricoltori, che già sono convinti che una buona parte dei danni fosse evitabile, perché non sono state eseguite le dovute manutenzioni – aggiunge Garagnani –. Che fa, poi devono anche sapere che non vengono ristorati perché i soldi vanno alle infiltrazioni del palazzo comunale, mentre loro vivono del loro lavoro e magari ora non stanno raccogliendo nulla e sono costretti ad attingere da ciò che avevano messo da parte in precedenza? Ecco, tutto quello che non c’entra con l’alluvione deve rimanere fuori da quell’elenco. Altrimenti succede un disastro".

Intanto, Palazzo d’Accursio ha messo a disposizione un proprio alloggio a Marzabotto per una famiglia finita fuori casa a causa dei danni dell’alluvione. L’alloggio faceva parte del patrimonio Erp ma è stato riclassificato come non Erp e assegnato agli sfollati per un massimo di due anni. "Il canone di affitto e le spese accessorie saranno a carico del Comune di Marzabotto", ha chiarito il Comune capoluogo dando notizia della convenzione con quello di Marzabotto. Ieri inoltre il sindaco Matteo Lepore è tornato a parlare di ricostruzione. "Al generale Figliuolo, che lunedì sarà in Emilia-Romagna, diremo che saremo al suo fianco e che lavoreremo davvero sodo per recuperare il tempo perduto di questo mese – ha detto il primo cittadino –. Non è il commissario che deve trovare i soldi, ma il governo, la presidente Giorgia Meloni si è impegnata a rifondere il 100% dei danni e Figliuolo deve invece lavorare con il territorio per realizzare la ricostruzione e la ripartenza. Io sono preoccupato per le risorse – ha aggiunto il sindaco –. Il ministro Orazio Schillaci recentemente ha parlato della necessità di avere tre miliardi per la sanità, con quelle risorse davvero metteremmo a posto la sanità pubblica delle Regioni in difficoltà, tra le quali la nostra. Servono invece nove miliardi per l’alluvione, ma per ora non ci sono i soldi per fare nulla di tutto ciò. Sarebbe meglio smettere di fare promesse e non dire che ci sono 2 miliardi di euro nel primo decreto, perché finora sono arrivati soltanto 200 milioni di euro".