Ocarina da tutto esaurito nei teatri giapponesi

I musicisti budriesi in tournée accolti come star. Galliani (Gob): "Dieci date, pubblico fantastico. Un successo per noi quasi imbarazzante"

Ocarina da tutto esaurito nei teatri giapponesi

Ocarina da tutto esaurito nei teatri giapponesi

Nella scuola dell’obbligo in Corea del Sud, ha sostituito da molti anni il flauto come strumento propedeutico per l’apprendimento di base della musica, mentre in Giappone già nel 2011 una nota del Ministero della Cultura ne consigliava lo studio e l’uso alle casalinghe come rimedio per superare la depressione da mura domestiche. Ma è quando si sono aperte le porte del mercato cinese che l’ocarina ha conquistato definitivamente un ruolo centrale nelle produzioni sonore internazionali, proiettando Budrio, la città che ha dato i natali al piccolo strumento nel 1853, grazie al lavoro dell’artigiano Giuseppe Donati, in una dimensione planetaria.

Atmosfere globali che nella cittadina emiliana hanno sempre caratterizzato il Festival dell’Ocarina che, dopo un periodo di inattività, tornerà adesso ad animare le vie del centro storico e le belle sale delle ville di campagna. L’appuntamento per la nuova edizione, sostenuta, come le precedenti, dalla Regione, è nell’aprile 2024 e in quella occasione, come sempre è avvenuto in passato, il vociare per le strade, le conversazioni nelle serate di gala mescoleranno il dialetto locale con le lingue delle tante delegazioni attese dall’Oriente. Una passione, quella dall’estero, che si è concretizzata con il lungo tour nel quale il G.O.B, Gruppo Ocarinistico Budriese, nato a Budrio nel 1864 e rappresentante ufficiale della vivacità di questa tradizione, è impegnato in questi giorni in Giappone. Dieci date in teatri di grandi dimensioni, con i biglietti a un prezzo consistente esauriti ovunque appena sono stati annunciati gli spettacoli, un’accoglienza, anche per i musicisti, inaspettata.

"In questo tour – dice Fabio Galliani, uno dei componenti del gruppo, raggiunto tra una prova e l’altra – abbiamo un successo per noi quasi imbarazzante. Teatri bellissimi, e con capienze mai inferiori ai 1000 posti. Il 27 saremo in un luogo che contiene oltre 2.300 spettatori. Pubblico fantastico". Un’attenzione che adesso ha, proprio a Bologna, anche un riconoscimento istituzionale. Dall’anno accademico 20222023, infatti, è stato istituito al Conservatorio G. B. Martini, unico in Italia, un corso di primo livello (triennio) in "Musiche tradizionali", dedicato allo studio dell’ocarina. Mentre dal 20252026 ci sarà anche il biennio in "Musiche tradizionali-indirizzo Ocarina" che, al termine del percorso di due annualità, rilascerà il diploma accademico di secondo livello.

"Il riconoscimento come materia di insegnamento nel prestigioso Conservatorio di Bologna è un deciso passo nella giusta direzione – dice l’assessore regionale alla Cultura e al Paesaggio Mauro Felicori –. Questo strumento, che in Italia è largamente sottovalutato, è assai diffuso in Giappone, Corea del Sud, Cina e Taiwan, sicché sarebbe un prezioso mezzo di comunicazione culturale con l’Asia, se all’ocarina dedicassimo maggiore attenzione".

Pierfrancesco Pacoda

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