Bologna, omicidio Vitalina Balani: Andrea Rossi torna in aula oggi: "Sono innocente"

Ad Ancona sarà presentata la richiesta di revisione del processo. L’avvocato: "Le attuali prove scientifiche spostano tutti gli orari"

Andrea Rossi in aula

Andrea Rossi in aula

Bologna, 16 gennaio 2023 – Il giorno del giudizio – meglio, dell’ennesimo giudizio – è arrivato. Questa mattina davanti alla Corte d’Appello di Ancona si tornerà a parlare dell’omicidio della 70enne Vitalina Balani, trovata senza vita a luglio di 17 anni fa, e del suo assassino condannato in via definitiva all’ergastolo: Andrea Rossi. E il commercialista bolognese, 55 anni e sei figli a carico, sarà presente per provare a convincere i giudici che "sono innocente" e che serve un nuovo processo per poterlo provarlo. "Sarà in aula – spiega l’avvocato Gabriele Bordoni – e farà dichiarazioni". Spiegherà la "confusione" che fece durante i precedenti tre gradi di giudizio, i quali hanno sempre confermato la sua responsabilità, ma "difendendosi da innocente". Dice ancora il suo legale: "Il processo penale moderno è sempre più attento alle indicazioni scientifiche; quando queste mutano radicalmente su un punto determinante, come nel caso di Rossi, relativamente ai tempi di migrazione delle ipostasi (ristagni di sangue) che sposterebbero tutti gli orari considerati, allora è imprescindibile verificarne la ricaduta rispetto alla tenuta della sentenza di condanna".

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Una cosa è certa: Rossi non è uno che si rassegna e dopo 16 anni di carcere continua a combattere. Ha impugnato qualsiasi atto, ricorrendo addirittura alla Corte europea dei diritti dell’uomo, rivolgendosi al tribunale di Sorveglianza per strappare uno sconto di pena. Ma nulla. Ora la nuova mossa, la richiesta di revisione, che se verrà accolta avrà del clamoroso. Perché, afferma Bordoni che ha depositato un documento di oltre 70 pagine, "nuovi elementi, suffragati dall’evoluzione degli studi della medicina legale, ci sono e permettono di spostare in avanti di almeno sei ore l’orario della morte di Vitalina. Il mio assistito non poteva essere nella casa di via Battindarno (luogo dell’omicidio, ndr ), perché si trovava a un convegno, in mezzo a decine di persone. Lo proveremo".

Dall’altra parte però non si troverà nessuno. Perché il "caso – chiosano da casa Balani – è ampiamente chiuso. E basta parlarne". Hanno già parlato "anche troppo le sentenze". Le quali "non hanno lasciato dubbi". Tradotto: Andrea Rossi è responsabile dell’omicidio di Vitalina, condannato a un ’fine pena mai’. Stop. Dieci le parti civili alle quali alla fine dello scorso anno è stato notificato il decreto di citazione a giudizio davanti ai giudici marchigiani. Alcune oggi non ci sono più, decedute negli anni, altre hanno ’archiviato’ nella loro mente la tragedia, altre ancora non vogliono più sentire neppure il nome di Rossi. E già settimane fa avevano annunciato che questa mattina non si sarebbero presentate, facendo così saltare ogni tipo di contraddittorio. "Da parte nostra – spiegò l’avvocato Francesco Cardile per alcune nipoti della vittima – la vicenda è chiusa, non ha più nulla da dire. Prove nuove per fare un nuovo processo non ci sono, basta leggersi le sentenze dei tre gradi di giudizio. Su questa tragica storia è stata già scritta ampiamente la parola fine".

La morte della donna fu giudicata naturale, quando in realtà era stata strangolata. Un errore macroscopico del medico legale, che diede un bel vantaggio all’assassino. All’inizio si parlò di una rapina finita male, di ex badanti che nutrivano risentimento verso la Balani, poi le indagini puntarono su Rossi. Una figura enigmatica, a tratti surreale, a carico della quale gli inquirenti non hanno mai trovato la ’pistola fumante’, la prova regina, ma un mare di indizi. E un movente, quello economico. Soldi, tanti soldi (due milioni) che lei gli affidò per investirli, ma vennero sperperati. "C’erano debiti, ma non l’ho uccisa – disse il commercialista piangendo durante il primo processo –. Chi uccide un’altra persona è un mostro". Si torna in aula.

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