Terapia intensiva: 50 nuovi posti letto tra Maggiore e Sant’Orsola

L’investimento fa parte dell’hub nazionale presentato ieri dal governatore Bonaccini e dal ministro Speranza

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Cinquanta nuovi posti letto di terapia intensiva, fra Ospedale Maggiore (36) e Sant’Orsola (14). È la quota bolognese del Covid Intensive Care, hub nazionale per la terapia intensiva voluto dalla Regione, che coinvolgerà anche strutture ospedaliere di Parma, Modena e Rimini, per un totale di 146 nuovi posti. Al momento, i letti serviranno per l’emergenza Covid. "Ma abbiamo guardato al futuro – spiega Stefano Bonaccini, presidente della Regione –. Realizziamo infatti una rete di strutture permanente, sempre utilizzabile, grazie alla quale saremo in grado di affrontare in modo stabile qualsiasi scenario, una volta superata questa pandemia".

Il progetto – realizzato con la consulenza di Emergency e della società modenese Politecnica – è stato presentato ieri, in diretta Facebook, da Bonaccini e Raffaele Donini, assessore regionale alla Sanità, collegati con il ministro della Salute, Roberto Speranza. L’investimento complessivo è di oltre 26 milioni di euro. Si tratta, spiega Donini, di "fondi regionali, statali già a disposizione, donazioni e attrezzature dedicate fornite dalla Protezione civile nazionale (per 9,5 milioni di euro)". La realizzazione delle strutture avverrà "in tempi record", assicura Bonaccini. La progettazione degli interventi è già cominciata. A Bologna, il taglio del nastro è annunciato per l’8 giugno.

Al Sant’Orsola sono previsti lavori di ristrutturazione all’interno del padiglione 25 – il mese scorso già convertito a Covid Hospital – che consentiranno di recuperare l’ex rianimazione al piano terra e allestire 14 posti letto nuovi di terapia intensiva con relativi spazi di supporto.

Al Maggiore si prevede la ristrutturazione del 12° piano del corpo di fabbrica D, in modo da realizzare 36 posti letto di terapia intensiva con relativi spazi di supporto.

L’intervento consentirà di utilizzare le unità-paziente in modo flessibile, a seconda delle esigenze di monitoraggio e di supporto respiratorio invasivo o non invasivo. In entrambe le strutture, afferma Donini, "la dotazione di tecnologie biomediche sarà quella standard per i reparti di terapia intensiva". La responsabilità clinico-organizzativa sarà in capo alle Aziende dove è collocata la struttura.

"Grazie a questo Piano e al lavoro fatto fin qui – commenta Bonaccini –, l’Emilia-Romagna entrerà a far parte della Rete nazionale delle terapie intensive, mettendo l’eccellenza della propria sanità a disposizione di tutto il Paese. Ne siamo orgogliosi".

Anche se gli ultimi dati parlano di una riduzione degli ingressi in terapia intensiva per Coronavirus, precisa Donini, "è fondamentale continuare a disporre di un numero di posti letto adeguato e dedicato a questi malati e più in generale alle cure intensive, raggiungendo un livello ottimale di adeguatezza".

L’Emilia-Romagna, afferma il ministro Speranza, "indica la strada giusta da seguire". Perché "alla costruzione del domani dobbiamo lavorare da subito, per farci trovare sempre pronti, e dobbiamo farlo con tutte le energie".

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