ALBERTO BIONDI
Cronaca

Vincent Plicchi, il murales in memoria del tiktoker suicida. “Abbattiamo il cyberbullismo”

Anche il sindaco Lepore era presente al taglio del nastro dell’opera realizzata sulla parete della palestra delle scuole medie Carlo Pepoli. Il padre: “A breve esposto in procura per smascherare i leoni da tastiera”

Bologna, 20 maggio 2024 – “Non si possono più chiudere gli occhi, chi può aprire la porta di TikTok, perché a noi l’hanno chiusa, lo deve fare". A dirlo è Matteo Plicchi, il padre del tiktoker suicida Vincent Plicchi (insieme con l’avvocato Daniele Benfanti) durante l’inaugurazione del murales realizzato in nome del figlio. C’era anche il sindaco Lepore al taglio del nastro dell’opera realizzata sulla parete esterna della palestra delle scuole medie Pepoli contro il cyberbullismo.

Inaugurazione del murales dedicato a Vincent Plicchi per dire no al cyberbullismo (foto Schicchi)
Inaugurazione del murales dedicato a Vincent Plicchi per dire no al cyberbullismo (foto Schicchi)

“A breve presenteremo un esposto al tribunale in Procura nel quale chiederemo di indagare ulteriormente riguardo istigazione al suicidio, stalking e diffamazione. Dopo diverse analisi investigative private è inoltre emerso che i principali colpevoli sono cinque, se non addirittura sei. L’analisi del cellulare di Vincent che abbiamo svolto ha infatti, tra gli obiettivi, quello di smascherare chi si trova dietro ai profili fittizi che hanno spinto il ragazzo a togliersi la vita il 9 ottobre scorso”, dice Matteo Plicchi. 

Tiktoker suicida, no al ricorso del padre: "Può avere le chat in altro modo"
Tiktoker suicida, no al ricorso del padre: "Può avere le chat in altro modo"

Il murales, realizzato dagli artisti Alessandro Ferri alias Dado, Massimiliano Landuzzi alias Rusty, Riccardo Raviola alias Draw ed Elvis Pregnolato alias Mambo, in collaborazione con il comune di Bologna ha lo scopo di esortare tutti i ragazzi e le ragazze vittime di cyberbullismo a chiedere aiuto, perché nessuno deve essere lasciato solo. Le indagini private svolte dalla famiglia hanno inoltre rivelato una rete collaborativa, formata da creator rivali, che si sarebbe coalizzata per infamare Vincent Plicchi che sul social era conosciuto come Inquisitor Ghost e che contava più di 300.000 follower.

Il padre dichiara infatti di aver ricevuto, subito dopo la morte del figlio dei messaggi di scuse coadiuvati da delle dichiarazioni recitanti: “Se non avessi fatto così il prossimo sarei stato io, sono stato costretto”. I principali responsabili al momento sarebbero una ragazza residente in Austria, che, spacciandosi per maggiorenne avrebbe adescato Vincent Plicchi sui social, ed un cittadino americano. I due al momento sembrerebbero essere in conflitto tra loro, in un’ottica che si riassume bene nell’espressione ‘cane mangia cane’, come dichiara Matteo Plicchi.

“Chiediamo che i responsabili siano individuati e ci sia un’imputazione. Serve un segnale forte per la comunità”, ribadisce il padre del ragazzo. “Non è stato facile, non lo è stato per Matteo, non lo è stato per gli amici di Vincent, come non lo è stato per gli artisti che si sono dedicati a questa stupenda opera. Ciò che si trova su questo muro rappresenta l’impegno che si deve mettere per combattere un fenomeno terribile come il cyberbullismo. Chiedere aiuto non è mai da perdenti, potete fidarvi delle persone che avete accanto e questo murales lo testimonia” dice il sindaco Matteo Lepore.