Suicida su TikTok, rigettato il ricorso urgente del padre di Vincent per ottenere i contenuti delle chat

Il 23enne morto in diretta social era stato vittima di cyberbullismo in seguito allo scambio di messaggi con una 17enne che credeva però essere maggiorenne. Il giudice: “Non vi è il rischio che i dati vengano cancellati perché TikTok è obbligato a conservare le informazioni per l’esercizio o la difesa di azioni legali”

Bologna, 8 aprile 2024 – “Rigettato il ricorso presentato in via d’urgenza per l’assenza del cosiddetto ‘periculum mora’, il rischio cioè che i dati vengano cancellati”. Lo ha deciso la giudice Carmen Giraldi del tribunale civile di Bologna che ha così respinto, pur riconoscendo come valide le ragioni alla base della richiesta di rendere accessibile il profilo e le chat TikTok di Vincent Plicchi, il ricorso presentato in via d'urgenza dal padre del 23enne morto suicida in diretta social, dopo essere stato vittima di cyberbullismo.

Vincent Plicchi, giovane influencer che si è tolto la vita, con il padre Matteo
Vincent Plicchi, giovane influencer che si è tolto la vita, con il padre Matteo

"L'informativa sulla privacy di TikTok - spiega il giudice nell’ordinanza – prevede espressamente che TikTok conservi le informazioni quando ciò sia necessario per adempiere agli obblighi contrattuali e normativi (...) e per l'esercizio o la difesa di azioni legali”.

L'obiettivo del ricorso era infatti ottenere informazioni così da circostanziare una denuncia o un altro tipo di azioni contro i responsabili del cyberbullismo. Plicchi era diventato una star social: vestito come un personaggio di un videogame, 'Inquisitor Ghost', aveva conosciuto una ragazza online e, dopo che lei gli aveva detto di essere maggiorenne, avevano iniziato a scambiarsi messaggi in chat. Ma in realtà la ragazza in questione di anni ne aveva 17 e in molti avevano iniziato ad accusare il 23enne di pedofilia, con accuse e minacce.

Secondo il giudice la giurisprudenza ha oramai sancito che in determinate condizioni "il diritto di difesa in giudizio prevale sul diritto alla riservatezza dei dati personali, qualora tali dati siano necessari per finalità di tutela giudiziale”. E la finalità dichiarata dal padre di avvalersi, “pur in assenza di consenso, dei dati dei soggetti terzi per azionare un giudizio civile o penale, a tutela di interessi propri” consente “l'ostensione dei dati dei soggetti terzi che hanno scritto a Vincent nel circoscritto periodo temporale antecedente il suicidio”.

Presumibilmente, però, il ricorso in via d'urgenza ex art.700 non è considerato il modo per ottenerli. "Sicuramente non ci fermeremo”, è stato il commento del padre del ragazzo suicida Matteo Plicchi, assistito dall'avvocato Daniele Benfenati.

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