La rabbia della famiglia della vigilessa uccisa: “Giustizia per Sofia, andremo fino in fondo”

Il legale dei familiari della 33enne: “Portata via una giovane vita che guarda al mondo con speranza. I familiari sono distrutti ma vogliono raggiungere verità e giustizia”

Bologna, 18 maggio 2024 – È distrutta la famiglia della giovane Sofia Stefani uccisa da Giampiero Gualandi. "Siamo di fronte a un grave caso di omicidio che ha portato via ai suoi cari e a tutta la comunità una giovane vita che guardava al mondo con fiducia e speranza e che ha trovato la morte in un luogo che per sua natura dovrebbe essere sicuro", ha detto l'avvocato Andrea Speranzoni, difensore dei genitori della ex vigile di 33 anni uccisa da un colpo di pistola giovedì nella sede del comando di Anzola Emilia. “Ora i familiari sono distrutti – ha aggiunto il legale – ma anche consapevoli della necessità di andare fino in fondo nel raggiungimento di verità e giustizia".

L’esperto balistico: “L’arma non va mai tenuta carica in ufficio” – L’ex vice comandante: “Subì mobbing da Gualandi”

Sofia Stefani è stata uccisa nella sede del comando di polizia locale di Anzola
Sofia Stefani è stata uccisa nella sede del comando di polizia locale di Anzola

Questa mattina il vigile urbano di 63 anni, accusato dell’omicidio volontario della ex collega, si è presentato all’udienza di convalida del fermo davanti al gip Domenico Truppa e ha ribadito che si è trattato di un “tragico incidente”. In seguito all’udienza il fermo non è stato convalidato, ma è comunque stato disposto il carcere per i gravi indizi nei confronti dell’ex comandante. Il gip evidentemente non ha ritenuto, almeno per il momento, credibile la sua versione dei fatti e propende per un omicidio volontario.

"Come difensore dei genitori di Sofia Stefani da questa mattina, appreso l'esito dell'udienza di convalida, esprimo piena fiducia nel lavoro degli inquirenti e ritengo che l'odierno accoglimento della domanda cautelare confermi e rafforzi l'ipotesi accusatoria di omicidio volontario aggravato formulata dalla Procura della Repubblica di Bologna", ha detto ancora l'avvocato Speranzoni. "Le indagini preliminari naturalmente ora continueranno e i genitori della vittima desiderano far sapere mio tramite che perseguiranno con determinazione il percorso di giustizia che Sofia merita", ha concluso il legale.

Sul corpo della giovane è stata disposta già ieri l’autopsia: la pallottola della pistola di ordinanza – si dovrà capire come mai fosse carica se l’intento del possessore era solo quella di pulirla – l’ha colpita poco sotto l’occhio. Il colpo è stato fatale, scaturito forse (da quanto ha sostenuto Gualandi durante l’udienza) da una colluttazione tra i due. Dopo la fine della relazione amorosa infatti, Sofia era arrabbiata e sarebbe andata da Gualandi, senza che lui si aspettasse di vederla lì nella sede della polizia di Anzola. Il litigio però ha avuto quella fine tragica, che nessuno avrebbe voluto sentire.