BEPPE BONI
Cronaca

Viva la Filuzzi, un ballo immortale

Sappiamo tutti quanto è importante a livello culturale e musicale la Filuzzi, l’interpretazione bolognese del liscio. E’ una tradizione che non deve andare perduta. Segnalo, sperando di fare cosa gradita un link su un breve documentario amatoriale sulla Filuzzi, con interviste e musica: https://www.youtube.com/watch?v=tpGY5qYU18M. Per il liscio bolognese si è chiesto riconoscimento Unesco.

Rino Milleville

Risponde Beppe Boni

Nella patria del rock e dei cantautori anche la Filuzzi, libera interpretazione tutta bolognese del ballo liscio, ha diritto di cittadinanza. Sono certo che anche Lucio Dalla, gran maestro di musica e poesia, sarebbe d’accordo. La Filuzzi è storia, è tradizione, emozione, contiene il Dna di un’antica cultura cittadina e contadina che andrebbero meglio valorizzate. Le radici sono lontane, il presente vive in alcune polisportive e in alcune balere che hanno sapore antico.

La Filuzzi nasce, come tutti i lisci italiani, dalla contaminazione dei nuovi balli di provenienza centro-europea come mazurka, valzer e polka con i balli tradizionali esistenti in precedenza. Lo strumento base è l’organetto che si arrotola in fantasiose curve e giravolte musicali. Ne parlano alcuni tra i pochi testi esistenti come la ‘Storia della Filuzzi bolognese dal 1903 al 1970’ curata da Roberto Artale, che a loro volta indicano il 1903 come anno di nascita ufficiale della Filuzzi. La data è controversa perchè altri cultori del genere segnalano che già nel 1900 erano attive almeno due società di ballo, Aida e Aquila, a Bologna, in via del Pratello. Questo aspetto a testimonianza del fatto che la contaminazione con polke, mazurke e acrobatici valzer era iniziata già alla fine del 1800. Comunque vada, viva la Filuzzi che vive e lotta insieme a noi.

mail: beppe.boni@ilrestodelcarlino.it