Cesare Cremonini in Alaska riscopre il legame con l’Appennino: “È un po' emiliana"

Prosegue l’on the road del cantante bolognese verso il circolo polare artico: “Fairbanks è gemellata con Fanano”. Ma ad attenderlo un’emozionante riscoperta che lo riporta alle sue origini in Emilia Romagna

Bologna, 27 febbraio 2023 – Non è ancora finita l’ispirazione di Cesare Cremonini, da più di un mese alle prese con un viaggio on the road che si prospetta rivoluzionario per la sua musica. Dopo la Blues Highway che ha condotto la popstar di Bologna alle radici del genio musicale lungo il fiume Mississippi, adesso è la volta del circolo polare artico. Destinazione: Fairbanks.

Cesare Cremonini on the road in Alaska e la storia del cacciatore d'oro Felice Pedroni
Cesare Cremonini on the road in Alaska e la storia del cacciatore d'oro Felice Pedroni

Sappiamo già che il viaggio di Cesare non è una semplice vacanza, e parte del suo cambiamento, ispirato da questa ventata di libertà e scoperte in solitaria, è già sconfessato con l’annuncio sui social della nuova musica che Cremonini starebbe registrando lungo la strada. Ma proprio mentre il cantante è più lontano che mai dalla sua terra, è lei stessa che torna da lui con una simpatica quanto commovente storia che lega profondamente l’Appennino emiliano-romagnolo con i ghiacci dell’Alaska

Arrivo in Alaska

Tanti chilometri macinati, e le colonne sonore nella Cesare’s endless playlist di Spotify cominciano a farsi consistenti. Cremonini da Antigua, poi Miami è finalmente arrivato in Alaska, diretto ai confini del mondo. Ma gli mancano ancora 650 km per arrivare a Fairbanks, la città dei cercatori d’oro. Mentre si dirige verso ghiacciai e aurore boreali, il suo fedele amico e film-maker Giorgio John Squarcia riprende la loro impresa americana e col suo drone ci fornisce immagini di incredibili bellezza paesaggistica.

"È stato un lunghissimo viaggio attraverso tutta l’America ma sono finalmente dove volevo arrivare. Ce l’ho fatta, Alaska! – scrive in un post su Instagram - Domani all’alba parto da Anchorage, dove ho dormito due notti, verso la mia meta: Fairbanks, dove per lunedì sono previsti -24 gradi. Domani sera arriverò lì avvicinandomi al circolo polare artico. Sembra che nei prossimi giorni la tormenta di neve che la avvolgeva si plachi e venga bel tempo. Incrocio le dita. Ci vediamo al limite!”.

Qui Cesare continua il suo viaggio musicale. “Ho preso una casa bellissima, costruita negli anni 60 e mantenuta con gli oggetti dell’epoca, compreso un piccolo giradischi. Appena entrato mi ci sono fiondato sopra e ho messo su la puntina con il disco che ho trovato. È partito questo pezzo di Twitty Conway che non conoscevo e ho scoperto un cowboy! Appena riesco lo metto nella playlist. Sto qui per qualche tempo, a scrivere e ascoltare e guardare tutto quello che posso, ma soprattutto quando domani in Italia sarà pomeriggio, andrò ancora più a nord per passare la notte nella foresta a caccia di aurore boreali. Il mio sogno è restare da solo con loro. È tutto magnifico”, scrive sui social.

Alla riscoperta delle origini

Qui, Cremonini ci rende partecipi di una simpatica e commovente ‘riscoperta’ che un po’ lo rimette sui passi di casa. Forse in pochi lo sanno, ma Fairbanks – seconda città più grande dell’Alaska, che sorge ai piedi dei ghiacciai ghiacciai delle White Mountains a due gradi sotto il circolo polare artico – è gemellata con Fanano, un comune in provincia di Modena. Ecco il racconto che ne fa Cremonini. 

“Fu un ragazzo emiliano nato poverissimo alla fine dell’800 infatti, Felice Pedroni detto Felix Pedro, il cercatore d’oro che scoprì il più grande giacimento d’oro dell’Alaska, fondando la città in cui mi trovo".

Pare che questo Felix, uno dei tanti emigranti italiani di fine Ottocento che partirono verso il continente alla ricerca di fortuna e in preda alla “febbre dell’oro”, abbia scoperto in questa terra desolata un enorme giacimento aurifero divenendo di fatto ricco. Non solo, ma come rievoca Cremonini, nel tempo avrebbe fondato quella che oggi è l’attuale Fairbanks. “Insomma – ironizza Cremonini –  l’Alaska… è un po’ emiliana”.

Già, lo è. La storia di emigrazione del fananese è il simbolo di un fenomeno che coinvolse tutto l’Appennino nel XX secolo e, in generale, l’Italia: il destino di molte persone povere che per poter sopravvivere sono dovuti andare a cercare fortuna e benessere altrove, talvolta trovandolo, tante altre volte no.

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Appennino e Alaska: una lunga storia 

L’Appennino modenese e l’Alaska hanno dunque una lunga storia di emigrazione che le lega ancora oggi. La cosa interessante è che due luoghi così lontani, Fanano e Fairbanks, ogni anno si ricordano l’un l’altro con alcune particolari celebrazioni.

Pare che a Fairbanks, ogni terza settimana di luglio, Felice Pedroni venga ricordato durante i “Golden Days”, un festival cittadino che rievoca il passato della città ai tempi della caccia all’oro. E come sappiamo, anche grazie a Cremonini, l’americanizzato Felix Pedro qui ci fece una fortuna, proprio il 22 luglio del 1902, quando lungo il rio che ancora oggi porta il suo nome, Pedro Creek, trovò l’oro.

Ma anche la storia italiana non va trascurata. Non si sa molto a proposito, ma pare che l’ormai ricco Felix tornò in Italia a cercare moglie, ma venne rifiutato da una ragazza del Bolognese. Chissà cosa è certo di questa storia d’amore e cosa non lo è: quello che però è assodato è che dal 2002 Fanano è gemellato con la città.

Inoltre, sebbene ad oggi risulti chiuso, alle pendici dell’Appennino modenese, nel pieno centro di Fanano è stata aperta una taverna, l’“Osteria dell’emigrante”, che ha reso omaggio a questo personaggio nato qui. 

 

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