Il palazzone ‘scheletro’ di via Marco Polo finalmente venduto

L’ha comprato all’asta il Gruppo Dipierri per 2,4 milioni di euro, dopo vari tentativi andati deserti. Il Tribunale fallimentare ha gestito il lotto immobiliare che proveniva dai crac Copalc e Sinteco

L’eco-mostro di via Marco Polo, a fianco dell’Agenzia delle entrate, è ben visibile dalla strada

L’eco-mostro di via Marco Polo, a fianco dell’Agenzia delle entrate, è ben visibile dalla strada

Bologna, 21 aprile 2024 – Da tanti anni chi passa in auto o in moto per via Marco Polo non può fare a meno di notare lo ’scheletro’. Un palazzone di otto piani, ancora al grezzo, che svetta a fianco dell’Agenzia delle entrate e che è all’abbandono da un tempo infinito, tanto da essere diventato a più riprese rifugio di sbandati e senzatetto.

L’eco-mostro fu lasciato al suo destino ai tempi del crac Copalc, il maxi-consorzio edile fallito nel 2013 con il solito strascico di vertici societari indagati per bancarotta e famiglie che, dopo aver pagato caparre e firmato contratti per le case, rimasero con un pugno di mosche in mano. Da allora più volte si era tentato di vendere lo ’scheletro’, ma le aste erano sempre andate deserte. L’ultimo tentativo, però, ha avuto un esito diverso. Infatti un compratore si è fatto avanti e ora finalmente per tutta l’area potrebbe arrivare un progetto di riqualificazione.

Ad aggiudicarsi in via provvisoria l’imponente immobile è stato il Gruppo Dipierri, un’impresa di costruzioni di San Lazzaro attiva dal 1992.

La ’vendita congiunta’ del compendio immobiliare, che comprende i terreni, l’eco-mostro che si vede da via Marco Polo e quello che doveva essere un secondo palazzo (in realtà ci sono solo le fondamenta e l’inizio del piano terra) posto dietro al primo, è avvenuta il 17 aprile. Il tribunale fallimentare ha delegato il notaio Alberto Valeriani, che si è occupato della vendita assieme ad Alessandra Mirabelli e Renato Santini, rispettivamente giudice delegato e curatore per il fallimento Copalc (all’epoca proprietaria dei terreni), e ad Anna Ghedini ed Enrico Baraldi, giudice delegato e curatore del fallimento Sinteco Holding srl (società ferrarese che doveva costruire i due palazzi).

La base d’asta era di 3,2 milioni di euro e il Gruppo Dipierri si è aggiudicato il ’lotto unico congiunto’, cioè tutto il comparto terreni-edifici, per 2,4 milioni, una cifra inferiore perché la legge consente di fare un’offerta con lo sconto del 25 per cento. Quella di Dipierri era l’unica offerta. L’aggiudicazione è provvisoria perché, in teoria, finché non sarà fatto il rogito (entro il termine massimo di 120 giorni) chiunque potrebbe presentare una nuova offerta. Difficile che ciò avvenga, però, visto che da anni nessuno l’ha mai presentata.

Del Gruppo Dipierri, peraltro, si era parlato qualche anno fa perché faceva parte della cordata di imprese che voleva costruire la cosiddetta ’Colata di Idice’, il maxi-progetto edilizio di San Lazzaro stoppato dalla sindaca ’anticemento’ Isabella Conti, con tanto di ricorso milionario al Tar presentato dalle aziende contro la prima cittadina, a cui però i giudici alla fine hanno dato ragione. Una vicenda ormai chiusa. Quella che invece si apre riguarda lo ’scheletro’ di via Marco Polo. Dopo tanti anni, finalmente, dovrebbe arrivare un progetto di riqualificazione, come si augurano vivamente i residenti della zona.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro