Recalcati: "Fortitudo, gioca senza paura"

Il coach del primo scudetto ricorda le sfide con Treviso. "Ci rialzammo con i tre lunghi Fucka, Galanda e Vrankovic. L’Aquila si salverà"

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di Alessandro Gallo

Treviso-Fortitudo, una sfida che Carlo Recalcati conosce bene. Con Treviso, nella finale del 1999, vinse lo scudetto della Stella per Varese. Un anno dopo, sempre contro Treviso, avrebbe fatto il bis in Fortitudo, regalando il primo scudetto all’Aquila.

Ricordi piacevoli, Recalcati?

"Sì, anche se la mia storia come rivale di Treviso parte male".

Perché?

"Guidavo la Viola Reggio Calabria di Volkov, Garrett e Sconochini. Fummo eliminati per un canestro che in realtà era buono".

Poi si è rifatto con gli interessi.

"Vero, ma in Fortitudo non fu semplice".

Gara-uno al PalaDozza: vince Treviso.

"Sì, avevamo appena perso per infortunio Karnishovas che, per tutta la stagione, era stata la seconda punta dopo Myers. Quando risalii le scalette del PalaDozza c’era metà parterre occupato. Gente in preda allo sconforto, qualcuno in lacrime".

E lei?

"Ero pieno dell’autostima dell’anno prima. Cercai di rincuorare tutti. Su quella squadra aleggiava lo spettro delle finali perse in precedenza. Rincuorai anche la squadra, ricordando al gruppo che i motivi per essere disperati dovevano essere altri. Non una partita".

E vinse.

"Come alternative classiche per sopperire all’assenza di Karnishovas potevamo utilizzare Ruggeri o come arma tattica Pilutti. Usammo l’artiglieria pesante: Fucka, Galanda e Vrankovic insieme. Funzionò bene".

E la Fortitudo attuale?

"Deve metabolizzare il momento. Era partita con altre ambizioni. Adesso deve pensare a salvarsi".

Dalmonte non ha Galanda, Fucka e Vrankovic.

"Vero, ma nemmeno Treviso ora ha Pittis, Nicola e Marconato. Detto questo Treviso è in un ottimo momento e sta facendo meglio del previsto".

Chi le piace della Fortitudo?

"Totè. Lo avevo a Venezia, lo avrei tenuto, lui preferì altre esperienze. Era più perimetrale, ora sta crescendo come centro"

Deve essere più continuo.

"Ha risposto molto bene quando era l’unico lungo".

Il resto della Fortitudo?

"Beh, credo che Banks e Saunders non si discutano. Hanno sempre fatto bene. Ma Mancinelli, quando rientra? Io aspetto il Mancio. Poi...".

Dica.

"Mi è sempre piaciuto Fantinelli. Ha capacità e fisico. E ora si può completare molto bene con Baldasso, un altro ragazzo interessante".

La Fortitudo si salva?

"Alla fine si salveranno tutti. Perché, com’è giusto che sia, visto il Covid, non ci saranno retrocessioni. Salvarsi sul campo avrebbe un sapore diverso. E sono convinto che la Fortitudo possa e debba farlo".

Come?

"Lasciando da parte, ora, i sogni playoff. Giocando con l’intensità e la determinazione di chi non si arrende mai".

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